Vaiolo delle scimmie, tutto pronto per una nuova campagna di vaccinazione: Speranza sta firmando l’ennesima circolare

Vaiolo delle scimmie, la vaccinazione sta per partire anche in Italia. Ecco chi dovrà farla e come

Già pronte 5.200 dosi. Il Ministero della Salute sta mettendo a punto la circolare che definisce le persone a rischio da immunizzare. Non si tratterà di una campagna di massa. Il virus finora ha contagiato 22mila persone nel mondo, 505 in Italia. Possibile la quarantena per i contatti stretti

La vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie dovrebbe partire nei prossimi giorni anche in Italia. Le dosi sono state acquistate dall’Unione Europea, come per il Covid. Al nostro Paese ne spettano 16mila: 5.200 sono già arrivate, le altre sono attese per fine agosto. A fine anno ci sarà probabilmente un’ulteriore tranche. Il Ministero della Salute sta preparando la circolare che stabilirà chi sono le persone da vaccinare in modo prioritario e individuerà i centri di somministrazione.

Casi concentrati in Lombardia e Lazio

Non si tratta in alcun modo di una campagna di vaccinazione di massa: l’immunizzazione sarà consigliata solo alle persone a rischio e ai sanitari che le assistono. Il vaiolo delle scimmie nelle persone sane non è una malattia grave ed è poco contagiosa. Causa vescicola sulla pelle, febbre e spossatezza per 2-3 settimane.

La circolare è attesa nei prossimi uno-due giorni, poi inizierà la distribuzione delle fiale alle Regioni. A Roma l’Istituto per le malattie infettive Spallanzani si è già proposto come centro di riferimento regionale.

Le Regioni più colpite dall’epidemia avranno all’inizio più dosi. Dei 505 contagi registrati al momento in Italia (501 uomini e 4 donne), 232 sono in Lombardia, 104 nel Lazio, 57 in Emilia Romagna, 33 in Veneto, 18 in Piemonte e 17 in Toscana. Cinque Regioni non hanno al momento casi: Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta. Le altre contano meno di 10 casi ciascuna.

Il vaccino contro il vaiolo umano

Il vaccino, a differenza del Covid, esiste già. E’ quello contro il vaiolo umano – eradicato nel 1980 proprio grazie a una campagna di immunizzazione in tutto il pianeta – che è efficace all’85% anche contro il vaiolo delle scimmie.

Se i primi prodotti davano qualche preoccupazione per i possibili effetti collaterali, oggi si usano vaccini cosiddetti di terza generazione, a base di virus vivo ma incapace di replicarsi e quindi non pericoloso.

Le dosi scarseggiano

Proprio perché il vaiolo umano è stato debellato e nessuno si aspettava un’epidemia di vaiolo delle scimmie – da maggio nel mondo si sono registrati 22mila casi in 72 paesi e 9 decessi – il vaccino viene prodotto da un’unica ditta, la danese Bavarian Nordic, che è lontana dal poter soddisfare la domanda di tutto il mondo.

Il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha stimato in 5-10 milioni il fabbisogno di dosi. Attualmente ne esistono un paio di milioni, già acquistate quasi tutte da Europa e Stati Uniti.

Il vaccino si chiama Imvanex in Europa e Jynneos negli Stati Uniti. Si tratta dello stesso prodotto, ma per il solo fatto che sia fabbricato in paesi diversi e abbia ricevuto l’approvazione da autorità regolatorie differenti non può essere trattato come un unico farmaco. L’Europa, non avendo a disposizione dosi di Imvanex, al momento si sta rifornendo con 110mila dosi di Jynneos dagli Stati Uniti.

Le fiale vanno conservate a meno 15 gradi. Negli Usa scadono dopo 3 anni, in Europa dopo 2. Il vaccino è somministrato con un’iniezione sul braccio in due dosi ad almeno 28 giorni di distanza. La carenza di fiale farà sì che questo periodo possa essere allungato, anche fino a 2-3 mesi, senza problemi per la risposta immunitaria.

A chi sarà somministrato

Definire le priorità per la somministrazione non sarà facile per il nostro Ministero. Anche se il virus può trasmettersi a chiunque, al momento il 98% dei contagiati sono Msm (uomini che hanno rapporti sessuali con uomini). Molti di loro hanno avuto partner multipli negli ultimi mesi, alcuni anonimi.

Per questo la Gran Bretagna ha deciso di offrire il vaccino a “gay, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini”. Sarà il medico a indicare l’immunizzazione a chi “ha partner multipli, pratica sesso di gruppo o frequenta luoghi di incontro”. E’ il sistema sanitario a contattare i candidati, basandosi tra l’altro su algoritmi messi a punto per la prescrizione della Prep, la profilassi contro l’Hiv prevista per chi ha profili di rischio alti.

Negli Stati Uniti – nell’attesa dell’arrivo di più dosi – il vaccino è indicato a chi ha già avuto un contatto a rischio: “A chi ha avuto un contatto ravvicinato con un contagiato, a chi sa che il suo partner sessuale è contagiato e agli Msm che hanno avuto partner multipli in un luogo di incontri dove il virus ha circolato”. Il vaccino mantiene una certa efficacia anche dopo il contagio: “preferibilmente entro i 4 giorni e comunque non oltre i 14”, indicano i Centers for Disease Control americani.

In Francia l’immunizzazione è prevista per “gli uomini che hanno relazioni sessuali con uno o più uomini, le persone trans con partner multipli e i lavoratori del sesso”. Parigi ha scelto di non svelare quanti vaccini ha a disposizione perché il vaiolo (quello umano) è considerato una potenziale arma biologica. Lo stock di fiale è considerato segreto militare.

Lo stato di emergenza

In molti paesi, inclusa l’Italia, associazioni e persone a rischio hanno iniziato a domandare la vaccinazione, forti anche del fatto che l’Oms ha dichiarato l’epidemia “emergenza sanitaria globale” il 23 luglio.

Negli Stati Uniti diversi stati – a partire da New York e California, dove si concentra quasi la metà degli oltre 5mila contagi del paese – hanno dichiarato lo stato d’emergenza proprio per snellire le procedure di vaccinazione. In Francia un gruppo di politici e cittadini ha chiesto una commissione d’inchiesta per il ritardo del governo nella risposta all’epidemia.

Il vaccino, comunque, potrebbe non bastare a contenere le infezioni. L’immunizzazione contro il vaiolo è rimasta obbligatoria fino agli anni ’80, eppure oggi si sono registrati alcuni casi di vaiolo delle scimmie anche in persone che erano state vaccinate da piccole.

Ghebreyesus il 23 luglio aveva chiesto di limitare il numero di partner sessuali. Il direttore del’Oms per l’Europa Hans Kluge ha aggiunto che “i vaccini non sono la soluzione di ogni problema” e resta necessaria “la responsabilità individuale”.

La circolare del Ministero sull’isolamento

Il Ministero della Salute italiano martedì ha emanato una prima circolare che impone l’isolamento a chi è contagiato e ricorda che il preservativo non è sufficiente a prevenire il contagio. Il virus infatti si trasmette soprattutto attraverso le vescicole della pelle. Chi risulta positivo deve restare a casa fino alla guarigione totale delle ferite, astenersi dai rapporti sessuali ed evitare anche il contatto con gli animali. Il vaiolo delle scimmie può infatti trasmettersi ad altre specie: il rischio è che si trasformino in un serbatoio capace di alimentare sempre nuove epidemie.

“In specifici contesti ambientali ed epidemiologici – si legge nella circolare – sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie”. “Apposite indicazioni sulla strategia di vaccinazione in Italia – si conclude il testo – saranno fornite con una successiva pubblicazione”.

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