“Ne ho piene le…” I capricci di Draghi da Mattarella: il retroscena. Così l’impiegato del Pentagono si sarebbe rivolto al vecchietto che vive al Quirinale

Mario Draghi, la stizza al Quirinale: “Ne ho piene le…”

“Ne ho le tasche piene”: l’irritazione di Draghi, salito ieri al Colle, avrebbe superato ogni limite, come lui stesso avrebbe confidato ad Antonio Tajani. Lo rivela un retroscena di Francesco Verderami sul Corriere della Sera. Pare che il premier abbia deciso di incontrare il capo dello Stato per analizzare la situazione politica attuale, dopo che il M5s si è astenuto alla Camera sul Dl Aiuti. Sempre al numero due di Forza Italia, poi, il presidente del Consiglio avrebbe detto che sulla riforma della Concorrenza non avrebbe accettato modifiche alle norme sui tassisti.

Poi, quando il dirigente azzurro lo ha avvertito che Berlusconi non sarebbe rimasto a guardare il disastro del M5s, Draghi lo avrebbe interrotto: “Non lo consentirò. Non permetterò che questa situazione si trascini a lungo. E se non si comporrà, sarò io a salire al Quirinale“. Cosa che poi è effettivamente successa. Mentre quello di ieri, però, era un incontro informale, prossimamente potrebbe essercene uno di natura diversa. Draghi infatti potrebbe decidere di incontrare di nuovo Mattarella se giovedì il Movimento decidesse di non partecipare al voto di fiducia sul dl Aiuti al Senato. Il premier ha sempre detto che il suo è un governo di unità nazionale e che in caso di passo indietro da parte dei grillini cambierebbe tutto.

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Nonostante gli interventi del Pd, pare che alla fine pure a Palazzo Madama i grillini si asterranno. Anche perché – spiega il Corsera – il gruppo al Senato è “composto per larga parte dagli irriducibili, e il leader 5 stelle non ha la forza per imporre il contrordine“. Se così fosse, il premier potrebbe decidere di rassegnare il mandato a Mattarella, che lo rimanderebbe alle Camere per verificare se ha ancora la loro fiducia. A quel punto si aprirebbe la crisi. Diversamente da come sembra, però, al momento il M5s sarebbe contrario a una crisi di governo. Lo dimostra la telefonata che il ministro grillino per i rapporti col Parlamento D’Incà avrebbe fatto al capogruppo azzurro Barelli dopo la richiesta di una verifica di governo da parte di Berlusconi: “Non è il caso di drammatizzare”.

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