L’Estonia si avvia verso una crisi di governo. Il primo ministro estone Kaja Kallas ha annunciato le sue dimissioni. Il politico dice che questa è una sua decisione personale. Dimissioni che, tra l’altro, erano nell’aria. Secondo quanto hanno riferito già ieri diversi media estoni la leader del partito riformista sarebbe stata sul punto di annunciare le sue dimissioni. Arrivare oggi. La notizia delle imminenti dimissioni di Kallas è subito rimbalzata, ieri, su account e siti filo-russi: la premier estone, negli ultimi, si è distinta infatti per le sue posizioni nettamente a favore dell’Ucraina in un Paese dove c’è una nutritissima minoranza russa. Le prossime elezioni legislative, in Estonia, si terranno nel 2023.

Queste le sue parole solo pochi giorni fa a Madrid durante il vertice Nato:

L’Estonia verrebbe cancellata dalla carta geografica e il centro storico della sua capitale, Tallinn, verrebbe raso al suolo sulla base degli attuali piani della Nato in caso di attacco della Russia. Lo ha dichiarato il primo ministro Kaja Kallas ricordando che gli attuali piani di difesa dell’alleanza militare per i tre Stati baltici prevedono che prima vengano invasi e poi liberati dopo 180 giorni.  e parole di Kallas, riprese dal Financial Times, precedono il vertice Nato che si terrà a partire da martedì prossimo a Madrid, dove si discuterà dei piani per la difesa del fianco orientale dell’alleanza alla luce dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, compreso il modo per difendere meglio i Paesi baltici.

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La premier estone in un’intervista ha anche detto: “Chi ha vissuto l’occupazione russa sa che Putin deve essere fermato.”

Parlando a Londra, il 7 giugno scorso, ricevendo il Premio Grotius ha ricordato la storia della sua famiglia: “Dobbiamo tenere a mente che la pace non significa automaticamente che le atrocità finiranno. Qui parlo dell’esperienza di molti nell’Europa centro-orientale. Per l’Estonia, la pace dopo la seconda guerra mondiale significò l’inizio delle repressioni. Ha comportato un enorme costo umano e ha portato rinnovate sofferenze attraverso uccisioni di massa, repressioni, deportazioni di massa e altri crimini contro l’umanità.

Mia madre aveva solo sei mesi quando fu deportata su un carro bestiame, insieme a sua madre e sua nonna in Siberia, mentre mio nonno fu mandato nel campo di prigionia siberiano. È stato un miracolo che la mia famiglia sia sopravvissuta, ma molti no. Mentre gli estoni venivano deportati, i russi occupavano l’Estonia, cercando di cancellare la nostra cultura e lingua. Nel 1922 la minoranza russa ammontava al 3,2% della nostra popolazione, alla fine dell’occupazione sovietica la popolazione russa era aumentata a oltre il 30%.

Ora stiamo assistendo a ciò che si ripete in Ucraina nei territori occupati dalla Russia: bambini deportati in massa in Russia, donne violentate, uomini imprigionati. Le immagini di Irpin e Bucha hanno portato alla ribalta globale la brutalità e l’imponenza dei crimini di guerra russi contro i civili. E non conosciamo ancora l’intera portata delle atrocità di Mariupol e altrove”.

Proprio negli ultimi giorni un elicottero russo, responsabile della protezione delle frontiere, ha violato lo spazio aereo estone.

Lo ha annunciato l’esercito del Paese baltico, membro dell’Ue e della Nato. Lo scrive l’agenzia di stampa Dpa, precisando come l’elicottero in questione sia del tipo Mi-8 e sia entrato nello spazio aereo estone senza autorizzazione lo scorso 18 giugno. Il ministero degli Esteri di Tallinn ha convocato l’ambasciatore russo. “L’Estonia considera questo un incidente estremamente grave e deplorevole, che indubbiamente provoca ulteriore tensione ed è del tutto inaccettabile” ha affermato.