A processo per aver insultato Speranza! Hanno messo in campo le forze speciali per individuare i cittadini esasperati che gli inviarono lettere anonime di minacce

ROMA, 28 GIU – “Ci vediamo in obitorio”, “ti ammazziamo la famiglia e poi ti spelliamo vivo”. Sono alcune delle minacce inviate, tra l’ottobre del 2020 e il gennaio 2021, al ministro della Salute, Roberto Speranza da quattro persone per le quali la Procura di Roma ha disposto la citazione diretta a giudizio. Le missive, arrivate in forma anonima anche alla segreteria del ministro, avevano come oggetto le politiche del governo contro il Covid.

Minacce a Speranza, gli indagati

Nei confronti degli indagati, tutti uomini di età compresa tra i 56 e 36 anni, il pm dell’antiterrorismo Gianfederica Dito, coordinata dall’aggiunto Michele Prestipino, contesta il reato di minacce aggravate. In base a quanto ricostruito dai carabinieri del Nas che hanno svolto le indagini, in tre mesi sono state inviate circa una cinquantina di mail al capo del dicastero della Salute.

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Tra i quattro, residenti a Torino, Cagliari, Milano ed Enna, non sono emersi collegamenti. In alcune mai, inviate da account fittizi, si leggono frasi del tipo: “dovete andare sulla sedia elettrica”, “chiudi la bocca o ti taglio la lingua” e c’è chi scrive “la pagherete caro per il terrore che state facendo” o “dovrai finire in carcere per i morti che hai causato”. Per i quattro il processo è stato fissato al 20 settembre davanti al giudice monocratico del Tribunale di Roma. (ANSA).

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