“Sapevo ti saresti venduto. Si vedeva che volevi solo essere come loro” Parla Giovanni Favia, fu il primo espulso eccellente una decina di anni fa. L’unico a non essersi riciclato nella politica

È scissione. Luigi Di Maio saluta il M5S, dopo una settimana di scontri con Conte. Strappo che nasconde una lotta per il potere, e apprensione sul vincolo del doppio mandato, che chiuderebbe al ministro degli Esteri le porte di una nuova elezione in Parlamento. E così mette un “sigillo alla poltrona”, come commenta l’ex M5S Favia, che contattiamo per l’occasione, mentre rilancia ancora: “E adesso che il voltagabbana è lui, fa quello che ha sempre contestato agli altri”. Ma qual è il suo scopo? “Non scendere dalla giostra. Si è venduto, per non tornare alla vita da bibitaro (senza meriti e dignità) di una volta”. E aggiunge un affondo per l’avvocato del popolo…

di Maria Francesca Troisi per Mowmag

È scissione. Luigi Di Maio saluta il Movimento 5 stelle, per cui è stato tutto, e annuncia il neonato gruppo “Insieme per il Futuro”, portando con sé oltre 60 parlamentari. Una decisione che arriva dopo una settimana di botta e risposta con Giuseppe Conte, su un eventuale stop alle armi da inviare in Ucraina. Ma dietro lo scontro, si cela, in realtà, una faida per il potere, con allegato vincolo del doppio mandato, che sigillerebbe le porte a Di Maio per una nuova elezione in Parlamento.

E così l’ex bibitaro promette eterna fedeltà al governo Draghi, e si assicura il suo posto al sole. Come sostiene l’ex M5S Giovanni Favia, prima votato in Emilia Romagna, e poi espulso dal partito per varie motivazioni (nel 2012).

“Non volevi combatterli… ma essere come loro”, scrive in un post pubblico, riservato al ministro degli Esteri. E così lo contattiamo, per analizzare con chi del Movimento è stato pioniere, e ne conosce bene gli umori, la mossa dimaiana, che lo coglie tutt’altro che di sorpresa.

Di Maio e M5S, una scissione annunciata… 

Più che una scissione, la definirei una fuga dal lavoro e un sigillo alla poltrona.

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E infatti ha scritto di lui: “Non volevi combatterli, ma essere come loro”. Si spieghi meglio.

Si chiama invidia sociale. Quello che muoveva Di Maio e altri simili era una sorta di rivalsa. Sempre curioso ricordare quando parlavano di politica francescana. Ebbene, Di Maio ha fatto il percorso all’inverso, una persona in passato disoccupata, e diventata improvvisamente ricca. Insomma, parliamoci chiaro, uno senza merito e senza sacrificio, è stato capace, con qualche decina di click su Youtube, di catapultarsi in Parlamento, e con un Movimento che non ha costruito lui. Io ho fatto orgogliosamente parte dei pionieri, salvo poi accorgermi che il sogno era diventato un incubo. Ma dal 2007 al 2012 avevamo costruito un’identità, portando il partito nei sondaggi sopra il 20%. Poi sono arrivati i miracolati dalla lotteria, come Di Maio, Di Battista, che hanno cavalcato quel sogno e l’hanno privatizzato, basandolo sui loro sogni di vita. E chiaramente il Movimento è imploso nelle sue contraddizioni, i fratelli sono diventati fratelli coltelli, e le persone più scaltre hanno cercato un modo per restare a galla.

Quando ha capito che non era suo interesse cambiare le sorti della politica?

Da dieci anni cerco di far aprire gli occhi alla gente. Non ho mai creduto in lui.

Quindi si aspettava una fine simile?

E certo. Si tratta di yes man giusti, che hanno rinnegato dall’inizio i principi del Movimento, per accodarsi a chi aveva  il potere di volta in volta, come Casaleggio e via discorrendo. E scelti proprio perché capaci nel marketing.

Nonostante tutto, rimpiange Di Battista?

Assolutamente no, perché anche la sua uscita è legata a una lotta di potere.

Tornando all’attaccamento alla poltrona, Di Maio sosteneva, nel 2017: chi non vuole stare più nel Movimento va a casa. Come la mettiamo, adesso?

Vede? Lui è stato uno dei più feroci persecutori dei dissidenti, consegnandoli anche alla gogna mediatica. E adesso che il dissidente è lui, fa quello che ha sempre contestato agli altri: lascia il Movimento, e tenta di fondare il suo partito. “Insieme per il Futuro”: il suo?

Ma qual è il suo scopo?

Semplicemente non scendere dalla giostra. Lo capisco, è passato dalla professione del bibitaro, ad avere auto blu e stipendi d’oro. E mica vuole tornare alla vita di prima. La politica per quelli come lui è una giostra. Non ha ideali, non ha principi, e non ha nemmeno dignità. Il suo scopo? Il suo benessere personale. Ma non è poi tanto diverso da tanti altri che in dieci anni hanno cavalcato il Movimento facendo del populismo e del marketing.

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Di Maio nel 2017, contro i voltagabbana

E Conte, in tutto ciò, come lo colloca?

Tutti lottano per il successo personale, incluso lui. Sembrava una profusione di lodi e foto a vicenda, e invece si stavano solo azzannando per il potere. Non c’è più Casaleggio, Grillo non è pervenuto, quindi è diventata una guerra tra bande. L’ho detto e lo ripeto: non volevano cambiare il sistema, ma sostituirsi a lui.

Ci sono riusciti.

Eccome. E adesso Di Maio si è venduto. Perché sicuramente gli avranno promesso qualcosa di sostanzioso. Da ministro degli Esteri, per fare un’operazione simile, si sarà sicuramente assicurato un posto al sole. D’altronde è tutto tranne che stupido.

Immagini un faccia a faccia con lui: cosa gli direbbe?

Hai pescato un bel jolly, tanti complimenti (sorride ironico ndr).

 

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