Giuseppe Conte acclamato e trattato da eroe? Così nei quartieri popolari di Palermo, regno del reddito di cittadinanza è stato accolto trionfalmente

Bagno di folla per Conte nelle borgate di Palermo: “Ci dà il pane, merita il voto”

tratto da Repubblica

“È arrivato papà Conte”. Quando Giuseppe Conte scende dalla sua auto al Borgo Vecchio, nel cuore di Palermo, i responsabili della sicurezza faticano a fargli scudo. Ci sono centinaia di persone in strada che lo circondano, il traffico è paralizzato, ai balconi in decine applaudono a distanza. “Chi dà il pane merita il voto”, dicono in strada. È l’ennesimo bagno di folla per il leader del Movimento 5 Stelle nella roccaforte siciliana. Tutti vogliono un selfie, un abbraccio, una stretta di mano. Vogliono raccontare la loro storia, come si viveva prima del reddito di cittadinanza, in che modo sia cambiata la quotidianità dopo la misura di sostegno erogata dallo Stato.

Ma Giuseppe Conte va al Borgo Vecchio soprattutto per mantenere una promessa: incontrare l’imprenditore antiracket Giuseppe Piraino. Lo aveva detto da presidente del Consiglio nel 2018, poi la pandemia e il nuovo governo guidato da Mario Draghi. Ma quella stretta di mano, nel suo tour elettorale per le amministrative, non voleva che mancasse. “Non vi lasciamo soli. Teniamo la mafia lontana dalle imprese. Lavoriamo con una squadra di tecnici per risolvere i problemi che denunciate e per supportarvi”.

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Non manca il botta e risposta a distanza con Giorgia Meloni sulla politica estera e la guerra in Ucraina: “Fratelli d’Italia ha una posizione molto belligerante e la capisco – attacca Conte – sono molto legati alle lobby industriali e certe posizioni nascono anche da questi legami. Si può comprendere, dunque, come una forza politica si orienti verso investimenti militari a tutta birra”.

La seconda tappa del minitour è a Ballarò, lungo i vicoli e tra i venditori del mercato storico del capoluogo siciliano. Anche qui un bagno di folla tra selfie e percettori del reddito che esibiscono la loro card gialla. Superate le bancarelle del mercato, Conte si ferma per una visita nella storica sede della “Catturandi”, la squadra di agenti che a cavallo fra gli anni Novanta e i primi anni Duemila si occupò della ricerca dei latitanti mafiosi. Da luogo simbolo della lotta alla mafia, l’edificio era stato poi lasciato nell’abbandono e nell’incuria. Cinque mesi fa diverse associazioni che operano all’interno del quartiere Albergheria hanno scritto una lettera al prefetto chiedendo la convocazione di un tavolo per un nuovo utilizzo dello spazio che è di proprietà del Fondo edifici di culto, e quindi di proprietà del ministero dell’Interno.

“Il compito della politica – osserva Conte – deve essere quello di dare risposte alle esigenze dei cittadini. Qui a Palermo il Movimento 5 Stelle si impegnerà per queste cose, insieme con Franco Miceli candidato sindaco. Perché abbiamo un’idea di programma, un’idea di giustizia sociale, legalità e vicinanza alle persone”.

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2 comments
  1.  “Teniamo la mafia lontana dalle imprese”..

    che differenza c’é tra Stato e Mafia?..entrambi si prendono la gran parte dei profitti di un azienda senza dare nulla in cambio..

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