Armi italiane all’Ucraina, ci risiamo con le minacce mai seguite dai fatti: dopo Conte, oggi è il turno di Salvini. Solite parole, poi vedrete che il 21 giugno saranno tutti genuflessi di fronte al Dittatorello

Il leader della Lega sulla linea del partito al voto in Parlamento sulle comunicazioni del premier la prossima settimana. “Bisogna aprire il tavolo di dialogo, mi piacerebbe fosse in Vaticano”. Conte assicura che non vuole far cadere il governo

Matteo Salvini spera che “non ci sia bisogno di votare nessun nuovo invio di armi. Spero che l’unica arma che si voglia usare sia la diplomazia”. Sono le parole del leader della Lega, intervenuto a 7Gold, al quale è stato chiesto quale sarà la linea del partito nel voto in Parlamento sulle comunicazioni del presidente Mario Draghi in programma il 21 e il 22 giugno. Prima possibile bisogna aprire “il tavolo di dialogo in campo neutro, che potrebbe essere in Turchia, a me piacerebbe fosse in Vaticano, spero si trovi una sede dove confrontarsi. Saranno Ucraina e Russia a decidere”.

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Nella settimana pre-elettorale, il tema del possibile nuovo invio di armi all’Ucraina continua a catalizzare il dibattito politico, con i sempre maggiori distinguo di Lega e, soprattutto, M5S. Soprattutto in vista delle comunicazioni che il premier Mario Draghi svolgerà in Parlamento alla vigilia del Consiglio Ue del 23 giugno, che si concluderanno con il voto sulle risoluzioni. Il presidente del Consiglio è atteso alla ‘prova’ dell’Aula del Senato il 21 pomeriggio, mentre parlerà all’Assemblea di Montecitorio il 22 mattina. Un passaggio con i numeri della maggioranza che il titolare dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha definito “rischioso”Giuseppe Conte, contrario all’invio di nuove armi a Kiev, assicura che non c’è alcuna intenzione di far cadere il governo. Al contrario, “vogliamo rafforzarlo”. Il leader del M5S, in questi giorni in giro per l’Italia prima delle Amministrative del 12 giugno, ha ricordato che la posizione di Movimento “sulle armi in Ucraina è molto chiara: l’Italia deve imprimere una svolta in Europa e in tutti i consessi internazionali. Adesso è il momento della diplomazia”. Fino ad arrivare a sottolineare che “l’Ucraina a questo punto è ben armata. Ci sono paesi come gli Stati Uniti che continuano a rifornirla di ogni genere di armamenti e quindi non è di aiuti militari che ha bisogno. In questo momento la popolazione Ucraina ha bisogno di governi che spingano a livello internazionale per un negoziato di pace”. Per Enrico Letta “il problema non è il Pd ma la maggioranza nel suo complesso, noi abbiamo tenuto una linea concordata con il resto della Ue e credo che qualunque sia la posizione nel Parlamento, ci debba essere una linea in continuità con l’alleanza europea – dice il segretario dem al Forum Ansa, sull’eventuale rischio di una crisi di governo quando il premier Draghi riferirà alle Camere – Quella discussione in Parlamento non può che essere in continuità a meno che il 21 giugno succeda qualcosa che cambia tutto”. L’auspicio è invece “un rafforzamento dell’impegno per la pace”. 

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