Affermazioni pesantissime quelle pronunciate da Claudio Martelli sulla morte di Giovanni Falcone. L’ex ministro della Giustizia, in uscita con il libro «Vita e persecuzione di Giovanni Falcone», è stato intervistato da Il Giornale e non ha lesinato pesanti critiche al mondo della giustizia: “Contro Falcone c’è stata un’azione parallela di Cosa nostra e della magistratura. La mafia aveva occhi e orecchi al Palazzo di Giustizia di Palermo. Parlando con il giornalista Francesco la Licata, una volta il giudice gli disse, a proposito dell’attentato fallito all’Addaura ‘C’è stata la saldatura’”.
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“Per le toghe – dice ancora l’ex Guardasigilli Martelli – Giovanni era un nemico. Io mi dimisi perché ormai ero rimasto solo. Sul fronte antimafia, massacrato Falcone, estromesso Scotti, mi ritrovai solo. Mancino mi chiede tempo per difendere il decreto Falcone sul 41 bis, una misura preventiva, non punitiva per impedire che i boss mafiosi spadroneggiassero in carcere”. Parole che riaprono ancora una volta la cicatrice della strage di Capaci.
Che dopo 30 anni dal martirio di 2 grandi giudici ci siano queste rivelazioni. E come scoprire l’acqua calda…. E ovvio che politici e giudici siano complici con la mafia. Anzi loro sono mafia