Stipendi e costo della vita, la statistica del disastro italiano: negli ultimi trent’anni siamo diventati ultimi in Europa! Ecco a cosa è servita Tangentopoli e la sostituzione dei partiti storici con dilettanti e traditori

Guido Crosetto va sempre dritto al punto. L’imprenditore e co-fondatore di Fratellid’Italia su Twitter è sempre molto attivo ed è spesso un acuto osservatore della realtà, soprattutto quella economica. E così Crosetto mette nel mirino le ricette economiche messe sul campo in questi ultimi decenni dai vari governi che si sono avvicendati.

Ricette che ad esempio non hanno risolto il problema della disoccupazione giovanile galoppante e soprattutto non hanno messo un vero freno all’erosione dei salari dovuta all’aumento del costo della vita e all’incremento della pressione fiscale. Ingredienti perfetti per fare inchiodare al palo gli stipendi che in Italia sono restati relativamente bassi se confrontati alla media europea.

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E questo punto non è secondario. Stipendi bassi significa meno potere di acquisto e meno potere di acquisto da parte delle famiglie significa contrazione dell’economia.

E proprio in questo periodo l’Italia fa i conti con un difficile calvario che accompagna il nostro tessuto economico stretto tra il rilancio del Pnrr e la situazione bellicosa che sta interessando l’Ucraina ma anche i kercati. E così Crosetto posta un grafico in cui si evidenzia la variazione in termini percentuali tra la media degli stipendi del 1990 e quelli del 2020. Ebbene l’Italia ha il segno meno, ultima in calssifica in Europa con un -2,90 per cento. Il commento di Crosetto è di poche parole: “La fotografia del disastro”.

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