“Davos ha deciso un massacro di classe a senso unico” Diego Fusaro lancia l’allarme dopo aver analizzato i discorsi resi pubblici dalla convention dei delinquenti

di Diego Fusaro per Radio Radio

Si sta svolgendo, in questi giorni sulle alpi svizzere, il celeberrimo o forse sarebbe meglio dire famigerato forum di Davos. Noto anche come il World Economic Forum, presieduto dal suo fondatore Klaus Schwab, ĆØ un consesso nel quale si ritrovano tutti i principali oligarchi del turbocapitale. Essi si danno convegno per concertare e stabilire insieme le linee guida del loro programma di azione cosmopolitico. Vale a dire i soli interessi di classe su scala planetaria.

Ogni anno si danno ritrovo al World Economic Forum di Davos e dopo due anni di convegno a distanza online, questā€™anno si sono ritrovati a parlarsi in presenza. Hanno chiarito senza ambagi che la loro potenza ĆØ sovrana, che sono essi e essi soltanto a decidere quali devono essere le sorti del mondo. Ovviamente plasmate secondo il loro interesse di classe. Tra questi interessi vi ĆØ imposizione sicuramente non secondaria, che gli Stati Nazionali non debbano piĆ¹ contare nulla come potenze sovrane in grado di governare lā€™economia e magari di esprimere in qualche misura la volontĆ  democratica nazionale popolare.

I gruppi dominanti del capitale cosmopolita giĆ  da tempo cercano di produrre in ogni guisa la sovra nazionalizzazione e quindi la traslazione dei centri del potere, dai Parlamenti nazionali piĆ¹ o meno democratici a enti sovranazionali sicuramente non democratici. Come il Fondo Monetario Internazionale o la Banca Centrale Europea, per menzionarne due fra i tanti.

I padroni di Davos stanno insomma orchestrando e dirigendo la globalizzazione pienamente in coerenza con i loro interessi di classe e tra questi, oltre alla neutralizzazione della potenza sovrana degli Stati come ultimo fortilizio della democrazia e dei diritti sociali, vi ĆØ giusto appunto un altro interesse che merita di essere menzionato: i pochi diritti delle classi lavoratrici dei ceti medi vengano spazzati via per sempre, in nome delle superiori ragioni della competitivitĆ  globale ossia del fondamento precipuo del globalismo neoliberale o, se preferite, per chiamare le cose con il loro nome, del ā€˜competitivismo no borderā€™ su cui la reason neoliberale intrinsecamente si fonda. Alle classi dominate e ai popoli, i padroni di Davos chiedono una cosa semplice, ribadita poi con le stesse parole da Klaus Schwab: la resilienza. CioĆØ la supina accettazione di tutto questo in silenzio, le classi dominate non devono far altro che subire silenziosamente i desiderata e le decisioni dei gruppi dominanti.

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Insomma, il World Economic Forum, anche questā€™anno si conferma per quello che strutturalmente ĆØ. Il consesso in cui i plutocrati di Davos e del mondo intero si radunano periodicamente con un solo obiettivo: quello di delineare al meglio il tabloid de board dei loro interessi e dei modi con cui portarli a compimento. Quello che piĆ¹ desta inquietudine ĆØ il modo con cui i piĆ¹ accettino tutto questo, cioĆØ questa lotta di classe univocamente gestita che ho da tempo appellato ā€œmassacro di classe a senso unicoā€.

I dominati avrebbero le sacrosante ragioni per sollevarsi, insorgere, contestare questo dominio di classe. Invece lo subiscono con resilienza, appunto, come i padroni desiderano. Questo ĆØ lā€™apice di quello che Gramsci chiamava la subalternitĆ , cioĆØ subire il proprio dominio senza ribellandosi ma orientandosi anzi con le mappe padronali che giustificano quel dominio presentandolo come giusto e buono o comunque come non trasformabile. Da accettarsi senza batter ciglio, con resilienza, appunto.

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