Svezia e Finlandia nella Nato non per paura! Putin era solo la scusa da vendere all’opinione pubblica: in ballo le enormi ricchezze del mar Artico

tratto dal blog di Maurizio Blondet

Le radici dell’integrazione accelerata degli scandinavi nell’Alleanza non si trovano in Ucraina, ma  molto più a nord. Si trovano in una significativa intensificazione, dal 2020, dell’espansione politico-militare di Washington e Bruxelles nell’Artico. Questa regione è considerata la principale riserva di idrocarburi a lungo termine e il luogo di un imminente confronto geopolitico tra le potenze. È nell’Artico, secondo le previsioni, che si deciderà il destino dell’umanità. Gli alleati hanno iniziato la “ricognizione col fuoco”, la prima dalla Guerra Fredda, nel maggio 2020, quando tre cacciatorpediniere americani Arleigh Burke e la fregata britannica Kent sono entrati nel Mare di Barents, fino ad allora le acque attraversate dalla Flotta del Nord russa.

A metà gennaio 2021, il Pentagono ha adottato la nuova versione della sua strategia artica chiamata

Regaining Arctic Dominance.

(Riprendere il dominio artico)

Questa strategia stabilisce che il gruppo nell’Artico è ben lungi dall’essere conforme agli obiettivi e ai progetti degli Stati Uniti. Russia e Cina sono nominati come i principali avversari in questa regione. Sottolineando in particolare la necessità di rafforzare l’interazione tra gli alleati, la cui cerchia si prevede ovviamente di allargare.

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Il 14 giugno 2021, Bruxelles ha ospitato un vertice della NATO in cui, per la prima volta, le questioni artiche sono state discusse in modo ampio e concettuale. Il documento adottato in questa riunione ha rilevato la necessità di rafforzare il coordinamento nel quadro della politica artica dell’Alleanza, per aumentare la potenza militare. È stato riconosciuto come utile continuare a sviluppare una strategia globale della NATO per l’Artico. Ha anche accennato all’intenzione di coinvolgere nuovi alleati in questa attività.

Si è anche riscontrato che le attuali forze della NATO non erano sufficienti per affrontare nella zona artica la Russia e la Cina che la sostengono. L’attuazione della strategia artica dell’Alleanza si scontra con i limiti geografici: il controllo fisico della Russia su gran parte della regione. Se ad est della rotta del Mare del Nord gli americani hanno pianificato un significativo rafforzamento della loro presenza militare in Alaska e l’intensificazione di tali azioni sul versante canadese, ad ovest osservano chiaramente una breccia. Il potenziale territoriale della Norvegia non è sufficiente, i limiti naturali sono importanti in Islanda e Groenlandia. Già allora è diventato chiaro agli esperti che questo fianco avrebbe dovuto essere rafforzato con la riserva più vicina: Svezia e Finlandia.

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