ADDIO ALLE ARMI
di Toni Capuozzo da Facebook
Fine della retorica.
Ma è la fine della retorica, come se l’eroismo fosse un destino rimasto nel ‘900, il secolo cui appartengono gli strenui nazionalismi e i relitti ideologici che in questa guerra affiorano ogni tanto.
Allargare la Nato, aumentare l’invio di armi e di armi più potenti avvicina o allontana la fine del conflitto? Vincere vuol dire umiliare il nemico o uscire dal conflitto con dignità? Quali rinunce sono possibili e realistiche per l’aggredito e per l’aggressore?
Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui 👇
https://t.me/capranews
Resta un buco nero, in quei sotterranei. Le voci -russe- sull’esistenza di un laboratorio chimico e sulla presenza di militari di paesi Nato. Il momento della verità è vicino, perché o ci sono o non ci sono, era un bluff di propaganda. E vedremo se qualcuno resta, come un giapponese in un’isola del Pacifico. E resta una perplessità: “Mariupol è ora in rovina dopo un assedio russo che è costato la vita a migliaia di civili”, scrive il Corriere della Sera.
Il giornalone, ma anche gli altri, avevano ieri evitato di notare che il simbolo dello stragista di Buffalo era lo stesso sole nero nazista che sta sullo sfondo del simbolo di Azov, vanno di fretta.
Ma forse potevano aggiungere che ieri a Mariupol hanno riaperto le scuole. Certo, faranno lezioni in russo, certo insegneranno la storia a modo loro, certo all’ingresso ci sono le bandiere secessioniste e quella russa non quella ucraina. Ma gli scolari sono veri, e forse era una piccola notizia, oppure gli altri non esistono, sono tutti figli di Putin, sono occupatori del paese in cui sono nati?
Mi ha divertito amaramente quel retroscena del voto devoto all’Eurovision. L’orchestra vincitrice – in rete c’era perfino il video di un resistente dell’Azovstal che canticchiava il refrain nei sotterranei – in realtà era arrivata seconda alle selezioni ucraine. Solo che la vincitrice, una cantante, si era macchiata di un viaggio in Crimea, per un matrimonio di conoscenti. E non si viaggia tra gli altri, che non esistono, squalificata. Fine della retorica, inevitabile quando si è aggrediti, e difficile da evitare quando si va alla guerra pretendendo di non saperlo.
Questa guerra purtroppo mi ha fratto riaffiorare alla mente i fatti che hanno umiliato l’Italia alla fine della seconda guerra mondiale . L atrocità delle foibe, gli abusi del militari francesi durante il periodo dell’occupazione commessi su popolazioni inermi , i ciociari e i valdostani , i bombardamenti a tappetto degli americani e degli inglesi su città indifese e tutto quanto ancora oggi sconosciuto dai nostri politici , che su tali umilianti atrocità hanno voluto mettere una pietra tombale. Sono solo dei luridi servi vigliacchi dell’invasore