Il capo 5S presenta la scuola di formazione politica e chiede rispetto “per gli 11 milioni di cittadini che ci hanno votato”. Sul dl Ucraina che i 5S non hanno votato a causa della presenza, nel provvedimento, di una norma sull’inceneritore di Roma dice: “No alla fiducia. Con il Pd parliamo ma ci sono alcuni principi non negoziabili”. E sulla Russia: “Una follia pensare di sconfiggerla”.
“Inizio ad avere dubbi che ci sia qualcuno che voglia spingere il Movimento fuori dal governo”. Lo dice il presidente M5S Giuseppe Conte durante la presentazione della scuola politica del Movimento, aperta non solo agli eletti, candidati ed attivisti del M5S ma a chiunque. “Dicono spesso che vogliamo far cadere il governo. Io comincio a pensare che qualcuno voglia spingerci fuori dall’esecutivo. Se questa fosse l’intenzione ce lo dicano chiaramente. Chiedo rispetto per gli 11 milioni di cittadini che hanno votato il Movimento”.
Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui 👇
https://t.me/capranews
Il capo del Movimento presenta la sua scuola di formazione politica, “un laboratorio per condividere idee sulle politiche pubbliche e la crescita sociale e culturale della nostra società, che vogliamo più inclusiva, accogliente, capace di coniugare sviluppo e sostenibilità”, come spiega Conte che si è definito “il primo alunno e tutti quelli che ambiscono a un percorso dentro M5S dovranno studiare con me. Apriremo i nostri corsi senza steccati ideologici, apriamo a tutti i cittadini”, osserva. Ma ne approfitta anche per affrontare le tematiche più calde dell’ultimo periodo: dall’invio delle armi in Ucraina al caso Petrocelli. Sul primo punto, Conte sostiene che “lo scenario internazionale si fa sempre più complesso e insidioso e questo impone nuove scelte e di rivedere anche quelle già compiute”. Torna sulla richiesta del M5S di sentire il premier Mario Draghi in Parlamento: “Ieri il capogruppo alla Camera Davide Crippa ha formalizzato la richiesta. Mi pare abbiano aderito anche altre forze politiche ed è stata accolta anche nel dibattito pubblico”. È giusto, rimarca, “che in una democrazia parlamentare il presidente del Consiglio venga a spiegare qual è la posizione dell’Italia, in quale direzione il paese si sta muovendo. Quando andrà a Washington, cercherà di ascoltare Biden o anche di persuaderlo sulle sue posizioni?”. La lista delle armi da inviare all’Ucraina “è secretata – prosegue – non la stiamo chiedendo al premier”. Sul decreto Ucraina, che i grillini non hanno votato a causa della presenza, nel provvedimento, di una norma sull’inceneritore di Roma, Conte osserva: “Non può neppure lontanamente calare il concetto di fiducia. E mi è stato riferito che il ministro Cingolani con questa norma non c’entri nulla”. E qui si rivolge direttamente al Pd: “Dobbiamo parlarci e capire quale sia l’orientamento: chi vuole lavorare con noi deve sapere che ci sono principi non negoziabili. Sul riarmo ha avuto un chiarimento tardivo, nel Conte II aveva sposato la transizione ecologica poi ci propone gli inceneritori. Noi non stiamo cambiando strategia. Chi lavora con noi deve chiarire quelle posizioni”. Gli risponde a distanza il senatore dem Andrea Marcucci: “Conte dice che qualcuno vuole spingerli fuori dal governo. A me sembra che siano i Cinque Stelle ad avere questo desiderio. È assolutamente sbagliato creare polemica su ogni provvedimento, siamo in una maggioranza istituzionale, si discute ma alla fine va privilegiato l’accordo nell’interesse dell’Italia”.