Caso Lavrov, Draghi pensa di prenderci per i fondelli: cosa è arrivato a dire? Parole indegne e vergognose, senza che nessuno avesse le palle per tappargli la bocca

tratto da Byoblu

Il 3 maggio ricorre la giornata mondiale della libertà di stampa, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993. Tale giornata trae la sua origine dall’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, riceve e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.

La differenza tra noi e loro secondo Draghi

A ridosso di questa importante ricorrenza il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, durante l’ultima conferenza stampa, ha parlato proprio della libertà di stampa in Italia. Innanzitutto Draghi ha scelto di tracciare un confine che separerebbe noi, l’occidente, dagli altri, i Paesi ritenuti retrogradi tra cui la Russia, dove non ci sarebbe libertà di stampa.

Se è vero che gli standard democratici e di giornalismo dalle parti di Mosca sono diversi dall’emisfero occidentale, è altrettanto vero che l’autoconferimento di una presunta superiorità morale rappresenta un retaggio ottocentesco, ad essere generosi. Le parole di Draghi ricordano infatti da vicino le idee che il poeta britannico Rudyard Kipling espresse nelle pagine de “Il fardello dell’uomo bianco”, dove si incitava la civiltà europea al sacrificio in nome della civilizzazione del mondo ritenuto barbaro. Era però il 1899.

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La frecciata a Giuseppe Brindisi

Dopo aver stabilito la superiorità civile dell’uomo europeo rispetto all’uomo russo, Draghi si sofferma sui dettagli di un’intervista al Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrovandata in onda nella trasmissione Zona Bianca su Rete 4. Il Presidente del Consiglio punta così il dito contro le modalità con cui l’intervista è stata condotta, paragonandola ad un comizio senza contraddittorio.

È sottintesa quindi la condanna dell’operato del giornalista Giuseppe Brindisi, reo di aver regalato un palcoscenico esagerato al Ministro russo. Se è vero che l’intervista del giornalista di Rete 4 non si sia contraddistinta per domande particolarmente scomode, è altrettanto vero che quanto descritto da Draghi sarebbe potuto essere rivolto in egual misura a se stesso.

Quando era Draghi a diffondere fake news senza contraddittorio

L’Italia infatti ha permesso in un passato non troppo recente di esprimere le proprie opinioni liberamente anche quando sono palesemente false. E il protagonista della diffusione di queste fake news è stato proprio Mario Draghi. Ve la ricordate la conferenza stampa di presentazione del green pass? Anche in quel caso l’affermazione di Draghi venne fatta senza alcun contraddittorio, proprio come nel caso di Lavrov.

Come già accaduto in passato, il Presidente del Consiglio preferisce accusare, puntare il dito e autoproclamarsi superiore rispetto ad un mondo altro. Assiso sul suo trono, Mario Draghi è ben lontano così dal modello di leadership che ci si aspetterebbe in un sistema democratico maturo, capace di una sana autocritica e di mettere in discussione se stesso.

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  1. Draghi è una vergogna nazionale! Povero paese e poveri i nostri eroi del passato che hanno perso la vita per poi consegnare il paese a questo…a questo…lascio ai lettori tutti gli aggettivi del caso…ce ne sono a centinaia a disposizione…

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