Enrico Letta sta schiumando come non mai! È bastata l’intervista a Lavrov per smontare la marea di balle che sta facendo raccontare a reti unificate da mesi

Enrico Letta si scaglia contro Rete 4 per l’intervista a Lavrov: “Spot da propaganda”. Enrico Letta attacca duramente via social la rete Mediaset e in particolare il programma “Zona bianca”, condotto da Giuseppe Brindisi. Ieri sera il giornalista ha intervistato in esclusiva non solo nazionale, ma europea, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che per la prima volta è comparso su un media occidentale dall’inizio della guerra in Ucraina. Quello che in gergo si definirebbe un gran “colpo giornalistico”. Ma al segretario del Partito democratico – e non solo – l’intervista non è andata giù. Molti hanno accusato Brindisi di essere stato troppo passivo, di aver rivolto poche domande al capo della diplomazia russa e di aver fatto da cassa di risonanza alla propaganda russa.

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Ucraina, Letta contro Rete 4 per intervista Lavrov

Già mentre l’intervista andava in onda, su Twitter si è scatenata la polemica per il presunto atteggiamento troppo condiscendente di Brindisi. Oggi è toccato a Letta sollevare il polverone con un tweet dai toni molto netti: “Buon lavoro, Ministro Lavrov”. L’abisso. Ma quel che è più grave è che la vicenda dello spot da propaganda di guerra anti Ucraina stia passando, con solo pochi scossoni. Siamo così pochi a pensare che non sia possibile, né accettabile? E che sia un’onta per l’Italia intera?”.

Parole di fuoco, chiuse dall’hastag #Retequattro per non lasciare spazio a dubbi. Al segretario del Partito democratico non è piaciuto, stando al suo messaggio, il saluto finale che il conduttore ha rivolto a Lavrov. Viene da chiedersi, allora, cosa avrebbe dovuto fare il giornalista una volta terminata l’intervista. Evidentemente per Letta non è ammissibile, per principio, che un esponente del governo russo spieghi la sua versione del conflitto, in contraddittorio, sulla tv italiana. 

Le polemiche politiche il giorno dopo il colloquio

Più argomentate paiono le argomentazioni di altri esponenti politici che come Letta non hanno condiviso per niente quanto andato in onda domenica sera. “È uno spettacolo offensivo per una democrazia come la nostra. La rete ha fatto da cassa di risonanza alla propaganda russa lasciando che Lavrov parlasse indisturbato, negando i crimini che sta compiendo senza che ci fosse alcun contraddittorio”, ha attaccato la senatrice di Italia Viva Laura Garavini.

Le critiche sono tantissime e arrivano soprattutto da esponenti di Pd e Italia Viva. Non risultano, per il momento, prese di posizione del Movimento 5 Stelle e della Lega, mentre da Fratelli d’Italia il presidente del Copasir Adolfo Urso fa sapere che Lavrov “ha propinato una montagna di fake news”. Unica voce, per il momento, leggermente fuori dal coro quella del deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri, che definisce l’intervista “un colpo straordinario” e poi spiega: “Ascoltare il delirio di Lavrov è utilissimo per milioni di spettatori italiani, capaci oggi più di ieri di intuire a che livello lunare sia la propaganda russa e che pericolo rappresenti per tutti noi”. 

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  1. Non si salva nessuno tra i nostri partiti politici. Considerazioni e commenti privi di qualsiasi contato con la realtà. Se non c’è ancora il ministero della verità, manca ancora poco. Secondo questi personaggi, l’Italiano medio deve credere ciecamente a Zelensky e non credere a nulla di cio’ che dice Lavrov, senza farsi domande o avere dubbi.

  2. Continuo a parlare con gente che giustifica l’azione militare russa e visto che qui in Italia siamo in piena dittatura (e chi non la vede vive in un altro mondo) è impossibile non apprezzare le parole di Lavrov. Qui chi parla seriamente e chiaramente è solo la Russia, e non da oggi!

  3. Adolfo Urso con questa infelice e infondata (adduca prove per dire che sono fake) dichiarazione ha oscurato il brillante epilogò della Meloni. In realtà non si è ancora capito se FdI si è allineata al pensiero unico o se, come dice Giorgia, ascoltano sempre il polso degli italiani.

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