“Mi è sembrato un dovere regalare 1.500 euro ai miei dipendenti per Pasqua” Parla l’imprenditore illuminato che ha deciso in premio non previsto per aiutare i collaboratori ad affrontare il caro bollette

Siro Della Flora, titolare dell’azienda Metallurgica Legnanese di Rescaldina, ha donato 1.500 euro in busta paga ai suoi dipendenti: «Il mio uovo di Pasqua». Per 76enne è parsa una cosa «normale», un «dovere», dare una mano ai suoi 42 dipendenti in vista delle festività pasquali per far fronte al caro bollette

«Sinceramente non mi aspettavo tutto questo clamore. Doveva essere una cosa riservata, una piccola sorpresa per i miei dipendenti». Siro Della Flora è l’imprenditore milanese che lo scorso 11 aprile ha voluto aggiungere 1.500 euro alla busta paga dei suoi 42 dipendenti. «Forse questa cosa non è ben vista proprio da tutti. Per ora ho ricevuto solo complimenti da parte di colleghi e concorrenti. È chiaro, però, che c’è sempre chi parla male. E ovviamente lo fa alle spalle, è difficile che te le venga a dire in faccia».

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Il 76enne che da 63 anni lavora ha voluto aiutare i suoi dipendenti. Forse proprio quella vita passata a lavorare, prima come impiegato (da quando aveva 14 anni), poi da titolare dell’azienda Metallurgica Legnanese di Rescaldina, in provincia di Milano, ha fatto sembrare, ai suoi occhi, normale il suo gesto. Un contributo a ognuno di loro che lui chiama «bonus energetico».

E in un’intervista al Corriere della Sera ha voluto spiegare il perché di quest’uovo di Pasqua inaspettato: «Si parla da mesi di costi dell’energia cresciuti enormemente per le industrie, ma non si possono trascurare i rincari per le famiglie: aumenti di gas, luce e spese di ogni genere. L’ho visto io stesso tanto sulla bolletta in azienda che su quella di casa. Mi sono sentito in dovere di contribuire alle necessità delle famiglie dei miei dipendenti. Mi sembrava giusto: ho pensato che potevo far loro una sorpresa nell’uovo di Pasqua. Non è un grosso sacrificio dare una mano a qualcuno: non ho fatto niente di straordinario. Anzi, mi dispiace il troppo clamore che generato».

Il suo gesto, ne è consapevole anche lui, non risolve il problema di una famiglia, ma voleva essere un segnale. E quando poi gli viene chiesto che tipo di rapporto abbia con i suoi dipendenti risponde: «Ma vede, io non sono il tipo di titolare chiuso in ufficio, sono un collaboratore tra i miei collaboratori. Vivo la giornata in mezzo a loro. Un’azienda funziona bene se ha buoni operai. Non voglio fare della retorica, ma deve essere come una grande famiglia. Se non hai buoni collaboratori ne fai poca di strada».https://862a93b9c318f6615fcef483b6e30b11.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-38/html/container.html?n=0

E proprio dal giusto rapporto con i suoi dipendenti è nata un’azienda di importazione e commercializzazione di acciai speciali. Il primo capannone dell’azienda era di 200 metri quadrati, mentre adesso è di 35mila e altri 15mila sono in costruzione. «Sono grato ai miei dipendenti per quello che fanno. Io nel mio piccolo cerco ancora di dare l’esempio: tutte le mattina alle 6 e un quarto sono in azienda, per adesso… Finché lo salute me lo consente!», conclude Siro Della Flora.

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