Speranza si sfrega già le mani: isolata in Italia una nuova variante. Sarà la scusa ideale per proseguire la campagna del terrore

È stata isolata e sequenziata, per la prima volta in Italia, la variante Xf del virus Sars-CoV-2, una sorta di fusione fra la Delta e la Omicron. La scoperta è stata fatta al laboratorio di Pievesestina, a Cesena, diretto dal microbiologo Vittorio Sandri. Il tampone positivo era di un paziente che aveva importanti patologie e, dopo aver contratto il Covid un paio di mesi fa, è deceduto per altre complicanze. “La variante Xf è già diffusa in Inghilterra con circa 100 casi censiti.

Ad oggi si sa pochissimo di questa nuova “Deltacron” e, come affermato dal dottor Vittorio Sambri a Repubblica, va ancora capito cosa può provocare, dato che le conoscenze sono limitate a pochi casi rilevati nel Regno Unito.

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Nel suo ultimo bollettino dedicato al monitoraggio delle varianti l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSCA) ha affermato che ad oggi sono stati isolati in tutto 38 casi di variante XF, mentre sono oltre 600 quelli di variante XE, anch’essa una ricombinante ma figlia della fusione di due sottovarianti di Omicron (BA.1 e BA.2, soprannominata “invisibile”). È stata identificata anche un’altra ricombinante tra Omicron e Delta come XF, XD, della quale al momento sono stati rilevati in tutto 49 casi in diversi Paesi; la maggior parte è concentrata in Francia, come indicato dall’agenzia britannica. Per quanto concerne XF, è interessante notare che nuovi casi non vengono rilevati dai laboratori di sequenziamento britannici dal mese di febbraio.

Dall’inizio della pandemia sono state identificate diverse varianti ricombinanti, ma nessuna ha avuto particolare “successo” nella pandemia; non a caso non ce n’è nessuna tra le varianti di preoccupazione (VoC) elencate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ovvero Alfa, Beta, Gamma, Delta e Omicron. Come specificato dall’UKHSCA, le varianti ricombinanti originano in pazienti infettati contemporaneamente da due ceppi diversi del coronavirus SARS-CoV-2. Nel caso di XF, il paziente era stato colpito sia dalla variante Delta che da quella Omicron. Poiché i virus a RNA hanno una naturale tendenza a mutare rapidamente, “scambiando” i propri pezzi, non c’è da stupirsi che nei pazienti co-infettati possano originare simili varianti, a maggior ragione se si tratta di persone immunocompromesse con COVID-19 cronica, in cui l’infezione dura molto a lungo e si permette al virus di modificarsi sostanzialmente. È ciò che è avvenuto con la variante Omicron “super mutata”.

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  1. Che assurdità, pensano che siano tutti stupidi e non capiscano le panzane spacciate per scienza. Se il virus è mutageno per forza muterà e lo farà sempre ma muterà per una piccola parte del suo rna. Se pensano di rendere immuni le persone usando una sola proteina del virus che cambia in modo maggiore rispetto al virus completo sono sciamani ignoranti. Solo la guarigione naturale porta ad avere gli anticorpi per tutto il virus e la probabilità di eludere le difese naturali è molto più bassa delle persone con anticorpi da vaccino. Se continuano a vaccinare sarà un’ecatombe sia per gli effetti aversi immediati che per gli effetti sul sitema immunitario sopraffatto da un numero assurdo di anticorpi iperspecifici inutili.

  2. ormai hanno proprio rotto le scatole, come tutti gli anni c’è stata l’influenza che poi è diventata sars poi covid e ora omicron… sme sempre con le loro varianti.
    Ma la smettessero di fare del inutile terrorismo

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