Omicidio Yara Gambirasio, siamo al colpo di scena! Indagati per frode e depistaggio un giudice ed una funzionaria del tribunale di Bergamo

Andrea Priante per corriere.it

La procura di Venezia indaga sul giallo del Dna rinvenuto sugli abiti di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo) scomparsa il 26 novembre del 2010 e ritrovata assassinata il 26 febbraio dellā€™anno successivo. Lā€™inchiesta prosegue da mesi, nel riserbo piĆ¹ assoluto da parte degli inquirenti.

Da quel che emerge, il fascicolo ĆØ affidato al procuratore aggiunto Adelchi Dā€™Ippolito che ha iscritto nel registro degli indagati il presidente della Prima sezione penale del tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo, e la funzionaria responsabile dellā€™Ufficio corpi di reato, Laura Epis. Per entrambi ā€“ che nei mesi scorsi hanno ricevuto lā€™avviso di proroga dellā€™indagine – lā€™ipotesi ĆØ quella prevista dallā€™articolo 375 del codice penale: frode in processo e depistaggio.

La denuncia presentata da Massimo Bossetti

Lā€™indagine ĆØ scaturita da una denuncia presentata da Massimo Bossetti che, dopo la condanna definitiva allā€™ergastolo per il delitto della ragazzina, sembra intenzionato a far riaprire il caso e a chiedere la revisione del processo. I dubbi ruotano intorno alle tracce biologiche che portarono a individuare nellā€™Ā«Ignoto 1Ā» il muratore di Mapello, che si ĆØ sempre professato innocente: il Dna estratto dagli slip e dai leggings indossati da Yara, ha costituito la prova-principe che ha permesso agli investigatori di risolvere il caso arrivando, dopo anni di indagini e comparazioni, ad attribuire quel profilo genetico a Bossetti.

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Un test che ĆØ sempre stato contestato dagli esperti della difesa, che lo scorso anno si ĆØ vista rigettare la richiesta di riesaminare i reperti confiscati dopo la sentenza definitiva, in particolare proprio le tracce di Dna. Ma che fine hanno fatto quei cinquantaquattro campioni trovati sugli abiti della tredicenne? Per stessa ammissione dei legali, a dibattimento era emerso che la traccia decisiva, quella da cui fu estratto il profilo di Ā«Ignoto 1Ā», non sarebbe piĆ¹ utilizzabile in quanto Ā«definitivamente esauritaĀ». Ma in seguito sarebbero emerse nuove circostanze.

I campioni scomparsi e ricomparsi

Nella denuncia presentata direttamente da Bossetti – con lā€™avvocato Claudio Salvagni, uno dei suoi difensori – si parla infatti di campioni Ā«prima scomparsi e poi ricomparsiĀ» e del sospetto che il materiale confiscato sia stato Ā«conservato in modo tale da farlo deteriorareĀ» vanificando la possibilitĆ  di effettuare nuove indagini difensive. Insomma la tesi, neanche troppo velata, ĆØ che quelle tracce siano state lasciate deperire proprio per evitare che si potesse mettere in discussione lā€™intero processo al muratore.

Lā€™articolo 375, infatti, punisce Ā«con la reclusione da tre a otto anniĀ» il pubblico ufficiale che Ā«al fine di impedire, ostacolare o sviare unā€™indagine o un processo penaleĀ» modifica un corpo di reato, e prevede una pena ancor piĆ¹ severa se Ā«il fatto ĆØ commesso mediante distruzione, soppressione, occultamento, danneggiamento, in tutto o in parte (…) di un documento o di un oggetto da impiegare come elemento di provaĀ».

Le accuse al presidente della Corte dā€™assise

ƈ nella querela che si punta il dito contro il presidente della Corte dā€™assise di Bergamo che si occupĆ² del caso (respingendo come inammissibili le istanze della difesa di esaminare i reperti) e la funzionaria dellā€™Ufficio corpi di reato. Ed essendo Petillo un magistrato bergamasco, la competenza spetta alla procura di Venezia, che ha iscritto entrambi sul registro degli indagati.

Nessuna conferma dal procuratore aggiunto Adelchi Dā€™Ippolito, che perĆ² pare che nei mesi scorsi abbia ascoltato diversi testimoni, compresa la pm Letizia Ruggeri titolare dellā€™inchiesta sullā€™omicidio di Yara, e alcuni poliziotti e carabinieri del Ris che seguirono la pista che nel giugno del 2014 (quindi a oltre tre anni di distanza dal delitto) portĆ² allā€™arresto di Massimo Bossetti.

Le verifiche veneziane sui campioni

Cosa ĆØ emerso dalle verifiche condotte a Venezia sul Ā«trattamentoĀ» che a Bergamo ĆØ stato riservato ai campioni di Dna di Ā«Ignoto 1Ā»? Presto per tracciare uno scenario definitivo ma lā€™inchiesta sembra ormai vicina alla chiusura e, sempre stando alle indiscrezioni, finora non sarebbe emersa alcuna prova di un comportamento doloso. Se cosƬ fosse, e quindi se davvero non dovesse esserci alcuna evidenza della volontĆ  di alterare le prove, la procura non potrĆ  che chiedere lā€™archiviazione del fascicolo con la possibilitĆ , da parte di Bossetti, di opporsi di fronte al giudice del tribunale di Venezia.

Campioni ancora utilizzabili?

Lā€™avvocato Salvagni la mette in questi termini: Ā«Pendono altri due ricorsi in Cassazione per ottenere lā€™autorizzazione a riesaminare quei reperti, che perĆ² ancora non sappiamo in che condizioni siano e che tipo di danni possano aver subito trasferendoli dallā€™ospedale San Raffaele, dove erano custoditi inizialmente, ai magazzini dellā€™Ufficio corpi di reato. Lā€™obiettivo della denuncia di Bossetti ĆØ proprio di sapere se sono ancora utilizzabili o se qualcuno, magari interrompendo la catena del freddo indispensabile per la buona conservazione dei campioni, abbia compromesso per sempre la possibilitĆ  di effettuare dei nuovi studi sul Dna di ā€œIgnoto 1ā€Ā».

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  1. Il fatto assurdo del processo ĆØ che la difesa non ha potuto rifare le analisi del dna e che non c’era nessuno diverso dai periti della procura all’atto delle analisi che lo hanno condannato. Le ricostruzioni della genealogia sono state implicite e non attraverso analisi del dna che avrebbero potuto eseguire durante il processo. In pratica, ti devi fidare di quello che dice la procura, non sono ammessi dubbi. Mi ricorda tanto la questione odierna dei sieri genici: sicuri e efficaci poi se muori di covid o di nessuna correlazione ĆØ colpa del fato avverso.

  2. semrpe detto che ĆØ il capro espiatorion per coprire le perversioni di qualche pezzo da 90 e non cambio idea

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