Armi Ucraina e spese militari, come avevamo previsto Conte alla fine ha calato le braghe tre e dopo aver sbraitato è tornato a cuccia a Palazzo Chigi

Tanto rumore per nulla. Dopo aver minacciato la crisi di governo, Giuseppe Conte e il suo Movimento 5 Stelle si sono appiattiti sulla posizione del ministro Guerini, spacciandosi pure per “vincitori” sulla questione dell’aumento delle spese militariMario Draghi ha rimesso al loro posto i grillini con poche ma efficaci parole, con cui ha chiuso definitivamente questa storia in cui era stata paventata una crisi di governo.

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Tutte balle, utili a Conte nei giorni della sua rielezione e per ricompattare le sue file su un tema importante per il Movimento. Per quanto riguarda lo scontro con il leader grillino, Draghi in conferenza stampa ha dichiarato di essere soddisfatto dell’accordo raggiunto: L’impegno dell’Italia per il 2% del Pil per le spese militari con la Nato è stato preso nel 2014 ed è stato ribadito da tutti i governi. Ci siamo visti con il presidente Conte il quale chiedeva l’allungamento dei tempi per raggiungere il 2% al 2030. Io ho detto no, si fa quello che il ministro Guerini ha proposto e deciso per il 2028. Successivamente è uscito un comunicato che quella era la richiesta di coloro che avevano chiesto di ridurre le spese militari, quindi non c’è disaccordo”.

Insomma, il premier ha fatto capire con garbo che i 5 Stelle hanno soltanto recitato una parte: chiedevano l’allungamento al 2030 ma quando hanno saputo che il ministro aveva deciso per il 2028 allora hanno fatto un comunicato per dire che quella era la loro richiesta, facendo capire che il governo si fosse piegato al Movimento, quando invece è esattamente il contrario.

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  1. CHI CREDA ANCORA DELLA MONNEZZA POLITICA ITALIOTA, O CHE ESISTA UNA QUALCHE SAGOMA VERA IN QUESTA MERDA DI NAZIONE, E’ DA CONSIDERARE UN FUORI DI TESTA, IGNORANTE, LESTOFANTE, TRADITORE, IN PRATICA UNA SEMPLICE PEZZO DI MERDA, UN TROGLODITA SENZA NEANCHE PIU UN SOLO NEURONE

  2. TOMBOLA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Putin sulla fornitura di gas alla Russia: i contratti attuali verranno interrotti se i paesi ostili si rifiutano di pagare in rubli.

    “Per acquisire gas naturale russo, devono aprire conti in rubli nelle banche russe”, ha affermato il presidente. Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato giovedì un decreto che stabilisce le regole per la vendita di gas naturale russo ai “paesi ostili” che hanno imposto sanzioni contro la Russia per la sua operazione militare in Ucraina. A partire da questo venerdì, 1 aprile, “per acquisire gas naturale russo, devono aprire conti in rubli nelle banche russe”, ha riassunto il presidente.

    «Precisamente, da questi conti si farà il pagamento del gas fornito a partire da domani», ha spiegato. “Se questi pagamenti non vengono effettuati, lo considereremo un’inadempienza da parte degli acquirenti”, ha aggiunto.

    “Nessuno ci vende nulla gratuitamente e non facciamo nemmeno opere di beneficenza”.

    Il presidente ha anche avvertito che i contratti in corso saranno sospesi se i clienti si rifiutano di rispettare l’obbligo del governo russo di effettuare pagamenti in rubli.

  3. Ah Ah Ah le famose convergenze parallele della politica italiana! Non avevo dubbi: sono buffoni, peccato che non fanno ridere.

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