“Perché non lo ha detto venti giorni fa? Cosa c’è dietro?” Capuozzo, la bastonata finale a Zelensky, il burattino Ucraino alle dipendenze degli Yankee

Toni Capuozzo controcorrente. L’ex vicedirettore del Tg5 non si trova d’accordo nello scomodare i paragoni con Hitler. Anche se questi sono dedicati a Vladimir Putin. “Dovremmo stare zitti, noi, sul tema. E forse, per quel che riguarda il passato, dovrebbero astenersi da quel paragone gli ucraini, per la cui sorte oggi trepido, ma che a Stepan Bandera, volenteroso collaboratore del nazismo, hanno dedicato un francobollo”. Su la Zuppa di Porro, rassegna stampa quotidiana di Nicola Porro, Capuozzo se la prende con Volodymyr Zelensky.

Il motivo? Dopo giorni dall’inizio dell’invasione il presidente dell’Ucraina ha deciso di ammettere quello che l’omologo russo voleva sentirsi dire da tempo: “Sì, lo so, non faremo mai parte della Nato”. E allora, è la domanda del giornalista, “perché non farla venti giorni fa?”. Il sospetto di Capuozzo è che il termini “neutralità” sia ora visto come “vigliaccheria, untuosa equidistanza e comodo equilibrismo tra la vittima e l’aggressore”. Eppure ancora una volta Capuozzo non può che interrogarsi: “È un’offesa alla libertà dell’Ucraina, alla sua democrazia, al futuro dei suoi bambini essere neutrali?”.

Forse se Zelensky avesse accettato un accordo con Putin, molti tra ucraini e russi non sarebbe morti. D’altronde venti giorni di guerra sono tanti. Per questo viene da chiedersi se “è una libertà vigilata non ospitare esercitazioni Nato come quelle dello scorso anno, e basi come quella bombardata l’altro giorno, ai confini della Nato, come sottolineano preoccupati i titoli dei giornali?”. La risposta di Capuozzo non si fa attendere: “Non mi sembra, e comunque meglio che lo stillicidio di vite umane, e il massacro dell’assalto finale, pur di stare nella Nato”.

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  1. 17.03.2022 – 9:25
    “Cinismo speciale”: Zakharova sul quotidiano italiano, dove hanno dato un terribile colpo di Donetsk come Kiev | Primavera russa

    La rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha definito la prima pagina del quotidiano italiano Stampa un esempio di cinismo speciale, che ha diffuso una fotografia dei residenti di Donetsk uccisi dopo lo sciopero Tochka-U come una foto di Kiev.

    “Ci vorrebbe tutto il giorno per elencare solo i nomi dei giornali che diffondono disinformazione.

    Ma ci sono esempi di cinismo particolare che non possono passare inosservati: “La Stampa” è uscito con una foto di Donetsk in prima pagina.

    Soccorritori, corpi, persone in lutto, tracce di distruzione. Tutte queste sono le conseguenze dei bombardamenti effettuati dalle Forze armate ucraine nella DPR con l’ausilio del sistema missilistico tattico Tochka-U.

    L’iscrizione sulla prima pagina del giornale recita: “Quindi l’ultimo assalto minaccia Kiev”. Come se fosse a Kiev che giacciono i corpi delle vittime delle ostilità, e non a Donetsk.

    Questo falso è indicativo. Qui in un mondo così, inventato dai media occidentali, siamo costretti a vivere negli ultimi anni… molto. L’intero numero si intitola ancora più brillante e sanguinoso: “Il macello”.

    Apparentemente, la foto del DPR si è rivelata troppo bella per non usarla, e ai giornalisti italiani non importava di aver commesso un falso, spacciato per kieviani le vittime delle forze armate ucraine e i volontari a Donetsk.

    Tutto andrà bene per una presentazione scioccante di informazioni in una frenesia anti-russa. E a nessuno importa della verità. Ognuno serve un lato delle barricate”, ha scritto Zakharova nel suo canale Telegram.

    Источник: https://rusvesna.su/news/1647498336

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