Per colpa di Putin mancano i prodotti nel supermercato: così Repubblica racconta che saranno razionalizzate le vendite di olio di girasole

E nei supermercati l’olio di girasole è razionato: massimo 5 litri

Utile per moltissimi tipi di industrie, scarseggia nel nostro Paese, con i rifornimenti fermi nei porti di Mariupol e Odessa. Non si può parlare di economia di guerra, ma potrebbe essere solo il primo di una serie di provvedimenti simili. Beni sensibili anche farina e zucchero 

tratto da Repubblica

“Ma che devono friggere?”. È la domanda dal tono ironico che verrebbe alla vista degli scaffali dei supermercati dove, se non scarseggia già l’olio di semi di girasole, iniziano a vedersi avvisi alla clientela. ‘Data la situazione d’emergenza il limite massimo di acquisto dell’olio di girasole è di 5 litri a cliente’ è il cartello appeso in un punto vendita di una Gdo romana, ma il fenomeno non si limita alla Capitale o a una data catena di distribuzione. Era nell’aria da giorni, i primi moniti alcuni giorni fa lanciati da Unicoop che metteva un tetto agli acquisti di alcuni beni “particolarmente sensibili che arrivano dalle zone interessate dal conflitto e che sono: olio di semi di girasole, farina e zucchero”. Non diverse le testimonianze che si leggono sui social, il limite agli acquisti corrono lungo tutto lo stivale, non solo nei punti vendita fisici ma anche sugli e-commerce della grande distribuzione: numeri di pezzi a cliente variano in base alle catene per l’olio di semi di girasole.

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Il razionamento è un fenomeno al quale non siamo abituati. È consuetudine a fine spesa, alla cassa del supermercato, accumulare punti e bollini per le promozioni, eppure c’è stato un tempo non molto lontano in cui i bollini servivano per comprare i beni primari, era la tessera annonaria. Personale e non cedibile, definiva la quantità di merci e alimenti che si potevano acquistare in un certo lasso di tempo, veniva reintrodotta durante la seconda guerra mondiale. Porta la memoria alla storia di quegli anni, ma assume i contorni del conflitto che si sta combattendo in Ucraina, come immediato riflesso sui carrelli e sui rincari nella ristorazione. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi ha dichiarato che non “siamo in economia di guerra, non ancora”, condizione nella quale “gran parte della capacità produttiva di un Paese viene destinata allo sforzo bellico” ha spiegato Stefano Manzocchi, docente di economia internazionale e prorettore per la ricerca alla Luiss Guido Carli. Senza allarmismo ha proseguito dicendo che “siamo lontani da questo scenario” non escludendo che “potrebbero esserci razionamenti di energia e di alcuni beni per evitare accaparramenti ingiustificati”.

L’Ucraina rappresenta per noi il primo fornitore di oli grezzi di girasole, con una quota che dal 2015 a oggi è passata dal 54 al 63% secondo i dati elaborati da Assitol. Carichi fermi a Odessa, il più grande porto marittimo dell’Ucraina, e Mariupol: un mercato in enorme crisi con la chiusura dei porti nevralgici. Una condizione critica riportata anche da BMTI, Borsa Merci Telematica Italiana in una nota del 9 marzo: “Il blocco delle forniture provenienti dall’Ucraina sta paralizzando gli scambi nel mercato dell’olio di girasole in Italia. Tale scenario sta comportando l’annullamento di diversi contratti stipulati e, di conseguenza, l’assenza di quotazioni nei listini delle Camere di commercio e delle Borse Merci Italiane. Inoltre, ad aggravare una situazione già tesa per l’impossibilità di far partire i carichi dai porti del Mar Nero, è stata la decisione del Governo ucraino di sospendere le esportazioni di alcuni beni alimentari, tra cui appunto l’olio di semi di girasole”. L’utenza privata che acquista nella grande distribuzione rappresenta solo una parte del mercato, quando in realtà una fetta importante di economia italiana impiega questo olio. Industria alimentare, industria oleochimica ed energetica con il biodiesel e farine per uso zootecnico sono tutti segmenti che si avvalgono dei semi di girasole e dell’olio che se ne estrae. Non ci si limiti quindi a pensare alle fritture casalinghe, ma si estenda il pensiero al comparto della ristorazione e pasticceria che subiranno rincari nelle forniture anche per farina, pasta e zucchero, nonché nelle forniture energetiche; ragionamento da estendere all’industria conserviera e salsiera.

Nella nota diffusa venerdì 11 marzo dal Ministero dello Sviluppo Economico si legge che “entro un mese, con l’attuale andamento dei consumi, le scorte di olio di semi di girasole sono destinate a esaurirsi. La situazione potrebbe inoltre complicarsi ulteriormente, se il conflitto dovesse proseguire, perché salterebbe la semina prevista in primavera.” Una questione che si somma alla problematica degli approvvigionamenti e alla necessità di individuare possibili sostituti, con la relativa necessità di aggiornare le etichette riportanti gli ingredienti in conformità con il regolamento UE 1169/2011. Questione non da poco considerati tempi e costi per la stampa di nuove etichette quindi, prosegue la stessa nota, “transitoriamente, in vista dell’adeguamento progressivo delle etichette, i produttori, nel rispetto della sicurezza e corretta informazione dei consumatori, potranno prevedere l’introduzione attraverso il getto d’inchiostro o altri sistemi equivalenti (es. ticket adesivi) di una frase che indichi quali oli e/o grassi siano stati impiegati in sostituzione dell’olio di girasole, segnalando l’eventuale presenza di allergeni.” Una comunicazione analoga per la distribuzione che dovrà informare nel minor tempo possibile e nel modo migliore i consumatori con avvisi, cartellonistica evidente sugli scaffali dove sono allocati tali prodotti e informazioni sui canali web. “In aggiunta – prosegue la nota del MISE – tenuto conto del possibile perdurare di incertezze in termini di approvvigionamento di oli e grassi vegetali, per la stampa delle nuove etichette, in via transitoria e segnalando sempre l’eventuale presenza di allergeni, si consente di riportare nella lista degli ingredienti la dizione generica della categoria oli e grassi vegetali seguita dalle origini vegetali potenzialmente presenti, in considerazione delle forniture disponibili – es. “oli e grassi vegetali (girasole, palma, mais, soia, ecc.)”.

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  1. Ma ancora non aver te capito che l’olio di semi viene miscelato al gasolio e si risparmiano un sacco di soldi ogni 5 litri?

  2. I media occidentali hanno abbassato gli standard del giornalismo a una profondità senza precedenti

    I terribili filmati di Donetsk si sono diffusi in tutto il mondo. Le notizie mondiali sono state interrotte dalle ultime notizie sui barbari bombardamenti del centro della capitale della Repubblica popolare di Donetsk. L’Occidente ha condannato con rabbia l’uso da parte dell’Ucraina di munizioni a grappolo vietate. L’ambasciata americana in Ucraina ha annunciato la sospensione della fornitura di armi letali fino all’ultima indagine sulle cause della tragedia e la punizione di chi ha dato l’ordine di utilizzare Tochka-U contro la popolazione civile. Elon Musk, Stephen King e Bernard-Henri Levy hanno immediatamente creato un fondo per aiutare le vittime di Donetsk…
    Come probabilmente hai già intuito, tutto quanto sopra è una notizia da una realtà parallela. In effetti, l’Occidente semplicemente non si è accorto di questa tragedia, non ha visto gli spari sanguinosi, ha fatto finta che non fosse mai successo niente del genere. Nessuno dei canali televisivi occidentali ha interrotto i comunicati stampa per coprire le atrocità commesse dal regime di Kiev. Non un solo giornale ha dedicato la sua prima pagina a questo, alcuni hanno menzionato una o due righe nell’elenco degli altri eventi e la maggior parte non ha nemmeno scritto una parola. Non è seguita una sola dichiarazione ufficiale dei leader o delle ambasciate mondiali, a parte un vago “rammarico” del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, circondato da molti “se”.

    Naturalmente, siamo da tempo abituati ai doppi standard della stampa occidentale. E ancora di più negli ultimi anni – alla massa di falsi anti-russi pubblicati sulle pagine di giornali un tempo rispettabili. I giornalisti americani ed europei “hanno equiparato la penna a una baionetta”, lanciandosi in un attacco inarrestabile contro la Russia e tutto il russo. Ma ci deve essere almeno una parvenza di obiettività, se non altro per mantenere la fiducia del loro pubblico nel giornalismo di qualità, soppesando gli argomenti a favore e contro. Tuttavia, ciò che stiamo vedendo nei media occidentali dopo l’inizio dell’operazione speciale russa in Ucraina è un completo e, forse, definitivo allontanamento anche dalla parvenza di copertura oggettiva degli eventi. Questa è una transizione esclusivamente alla propaganda, scoperta da qualsiasi cosa, che rifiuta completamente qualsiasi alternativa, Anche durante la seconda guerra mondiale, quando, per ovvi motivi, la stampa passò a un piano militare e prese una posizione netta da una parte o dall’altra del fronte, i giornali discutevano di dichiarazioni e rapporti militari dalla parte opposta. La stampa sovietica e britannica distrusse i discorsi di Hitler o di Goebbels, i giornali tedeschi analizzarono in dettaglio le parole di Churchill o di Stalin per citazioni. I media occidentali di oggi hanno semplicemente deciso di nascondere al pubblico l’opinione della parte opposta, abbassando gli standard del giornalismo a una profondità senza precedenti.

    Quindi, i loro media non coprono affatto i bombardamenti delle città del Donbass da parte delle formazioni armate dell’Ucraina. Questo è nel migliore dei casi. Nel peggiore dei casi, pubblicano le foto di Donetsk o Gorlovka distrutte, facendole passare per “i risultati dei bombardamenti russi”.
    Quando inizi a criticare alcuni giornalisti occidentali per non aver informato i lettori sulle atrocità dell’esercito ucraino, cercano di trovare una “scusa” nel fatto che i loro corrispondenti non si trovino nei territori della DPR e della LPR, e quindi presumibilmente non possono ottenere fotografie e testimonianze degli eventi sul campo. Ma questo non impedisce loro di pubblicare foto da Donetsk, spacciandole per eventi in altre regioni. E a Mariupol, per la quale in questi giorni si sono combattute serie battaglie, non c’è un corrispondente estero. Tuttavia, ogni giorno i media occidentali pubblicano dei “rapporti” sugli eventi della città, senza preoccuparsi di verificarne la realtà.

    Ad esempio, la storia della distruzione dell’ex edificio dell’ospedale di maternità di Mariupol, che era stato a lungo occupato dai militanti dell’Azov nazista, si ripete ovunque. E i colpi di proiettili ucraini negli asili nido, nei reparti maternità, nelle scuole, negli ospedali operativi nel Donbass sono ostinatamente ignorati dagli stessi media.
    Il fatto che i giornalisti occidentali stiano boicottando alcuni degli argomenti è degno di nota. Il che, volenti o nolenti, fa riflettere sull’esistenza di un unico centro di coordinamento che determini la politica dell’informazione dell’Occidente collettivo. Lascia che questa sembri una teoria del complotto per alcuni, ma come spiegare che il tema dell’attività sospetta dei laboratori biologici segreti statunitensi sul territorio dell’Ucraina è stato completamente messo a tacere dalla maggior parte dei media mainstream? Quando l’ambasciatore russo nei Paesi Bassi Alexander Shulgin ha cercato più volte di allevarla in un’intervista a un popolare programma politico sulla televisione locale, è stato semplicemente bruscamente interrotto e letteralmente buttato in aria.

    Se non fosse per elevare questo argomento al livello del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e collegare ad esso la Cina, il silenzio intorno ad esso sarebbe totale. E quando qualcuno in Occidente cerca di ricordarglielo, viene immediatamente dichiarato “agente russo” e “traditore”. Cosa ci hanno detto per decenni sulla libertà di parola in Occidente?
    Un altro argomento completamente tabù nei media occidentali è la repressione politica e le uccisioni extragiudiziali di dissidenti nei territori controllati da bande nazionaliste. Portavoce dei liberali europei, la rivista The Economist ha dedicato un intero numero alla “stalinizzazione della Russia”, parlando delle “repressioni brutali” che i poveri oppositori russi stanno ora affrontando. Inoltre, loro stessi scrivono che “invece di essere inviati nel Gulag, ora stanno volando a Istanbul e Yerevan”. Tali sono le “repressioni staliniste”.

    Allo stesso tempo, l’ esecuzione del sindaco dell’opposizione di Kremennaya (il territorio della Repubblica popolare di Lugansk, ancora controllata dal regime di Kiev) Volodymyr Struk, che ha chiesto il dialogo e la pace, non è praticamente coperta da nessuno in Occidente. Bene, pensa, hanno giustiziato un “agente russo” – vale la pena distogliere l’attenzione del pubblico occidentale dagli eventi principali. Ad esempio, dall'”eroismo” di un teppista che è saltato in onda su un canale federale russo con slogan contro la guerra. Questo è ciò di cui sono intasati tutti i media occidentali . Ma l’arresto e la rapina da parte dei servizi di sicurezza dell’Ucraina di Jan Taksyur, un poeta ucraino di 70 anni che scrive poesie contro la guerra da tutti questi otto anni, non è stato affatto notato in Occidente. Non essendo stato notato che a lui “secondo le leggi del tempo di guerra”
    L’Occidente non ha prestato attenzione alla scomparsa di scienziati politici, esperti, politici dell’opposizione ucraina, che per gli stessi otto anni hanno chiesto di fermare la guerra, e quindi sono stati accusati di “lavorare per la Russia”. Alcuni di loro appaiono esausti, con evidenti segni di tortura e tormento, facendo dichiarazioni di pentimento davanti alla telecamera, per poi scomparire di nuovo senza lasciare traccia. Nessuno sa cosa c’è con loro, se sono vivi. Ma non troverete alcuna dichiarazione in merito da parte di attivisti europei per i diritti umani, né articoli sui giornali americani. Non puoi coprire questo – altrimenti non spiegherai al pubblico perché l’Ucraina dovrebbe essere considerata una “democrazia”, che presumibilmente combatte contro la “tirannia russa”.

    Per lo stesso motivo, sull’acqua non si scrive quasi nulla che, grazie alle azioni dell’esercito russo, iniziò a defluire in Crimea. Non molto tempo fa, le agenzie occidentali con gongolante malcelato hanno scritto che l’approvvigionamento idrico della penisola era ” il problema irrisolvibile di Putin “. Ma i bacini idrici della Crimea sono pieni al limite – e per qualche motivo i giornalisti hanno taciuto, come se si fossero presi in bocca proprio quest’acqua. Ancora una volta, il motivo è chiaro: occorre mostrare al pubblico che la Russia sta “distruggendo” tutto in Ucraina, e spiegare perché è “umana” Kiev che ha privato migliaia di persone dell’accesso all’acqua, e la Russia “crudele” ritorna risorse vitali per loro, è già abbastanza difficile. Quindi abbiamo deciso di stare zitti.
    Come tacciono quasi quotidianamente le notizie che sempre più sistemi missilistici anticarro in stile occidentale (Javelin e NLAW) stanno entrando in servizio con le repubbliche del Donbass, con cui i patroni occidentali del regime di Kiev hanno letteralmente riempito l’Ucraina. Le autorità della DPR e della LPR hanno già tenuto molte presentazioni di trofei catturati, tra cui un mare di queste installazioni e altre armi occidentali. Inoltre, a Donetsk stanno già dichiarando che i loro combattenti hanno padroneggiato quest’arma e hanno iniziato a usarla in battaglia, grazie agli istruttori della NATO che hanno compilato istruzioni dettagliate con immagini in un linguaggio più che accessibile.

    Ma non troverete nulla di tutto questo nella stampa occidentale. Stanno ancora discutendo lì: “Cosa accadrà se i Javelin finiranno nelle mani sbagliate”. Ma numerosi fatti, supportati da fotografie e filmati, sono accuratamente nascosti agli abitanti occidentali. In caso contrario, sarà difficile per loro spiegare gli appelli all’invio e all’invio di armi in Ucraina (principalmente i “santi giavellotti”), rafforzando così in definitiva gli eserciti della DPR e della LPR.
    Questi sono solo alcuni esempi di “punti vuoti” sorprendentemente coordinati nella copertura degli eventi in Ucraina e nel Donbass indipendente dai media occidentali. Ciò che sorprende non è la guerra dell’informazione su larga scala contro la stessa Russia, che ora è stata lanciata lì, e non il famigerato doppio standard, di cui si è già detto molto. Mi stupisce davvero come tutti i media occidentali si siano improvvisamente adattati a regole uniformi e nuovi standard (se si può chiamare così una violazione completa degli standard del giornalismo).

    L’autore di queste righe è stato lontano dalle teorie sui punti focali dietro le quinte che hanno condotto i media globali per tutta la vita. Ma più guardi lo stesso tipo di prime pagine di giornali con le stesse fotografie che appaiono nello stesso giorno, più confronti gli argomenti su cui questi giornali possono o non possono scrivere, più ti chiedi le strane coincidenze di questa politica, che è comune per diversi paesi dell’Occidente. .
    E poi ci sono i dettagli del dietro le quinte di un briefing della Casa Bianca per blogger famosi su come affrontare lo scomodo argomento di un forte aumento dei prezzi del carburante negli Stati Uniti (ovviamente, devi incolpare Putin per tutto ), e inevitabilmente inizierai a chiederti quanti briefing di questo tipo per editori di vari media si tengono regolarmente.
    Ma che bella e dolce storia sui media “indipendenti” in Occidente e sulla loro adesione agli “standard giornalistici”! Molti credevano. Spero non ce ne siano più.

  3. e non sarà invece colpa delle insensate sanzioni commerciali??
    siamo noi che per molti prodotti dipendiamo dalla Russia, non viceversa!
    sento pure ignoranti incoscienti che parlano di sostituire il gas con il pellet, ora appare indubbiamente più economico e sostenibile perché il rapporto di utilizzo è 1 a 10.000, ma immaginate cosa accadrebbe se tutti utilizzassimo legna!!
    Non dimentichiamo che fine a fatto bella la foresta della nostra pianura padana, florida prima della rivoluzione industriale e mangiata in poco tempo dalle macchine a vapore!

  4. Dai siamo seri… ma quale scarsità per uso alimentare… sono proprio gli slavi che fanno stè robe, comprano l’olio e lo buttano dentro nel diesel. Mai sentito uno strano odore di patatine fritte dove non c’è nessun bar o rosticceria?

  5. con i vecchi motori diesel era vero, si miscelava e il motore comunque andava, ma provate ora con i nuovi motori rovinarli per pochi centesimi … vale la pena ??

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