Di Maio straparla di terza guerra mondiale in diretta dalla Annunziata: cosa è arrivato a dire sulle bombe contro il centro dei mercenari

Una escalation in Ucraina è da evitare in tutti modi. “È stato confermato da Kiev che c’è disponibilità a dialogare da entrambe le parti in particolare su una tregua”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ospite, domenica 13 marzo, di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più, su Rai3. “Siamo molto preoccupati, se la bomba di ieri fosse caduta poche decine più in là poteva scatenare una guerra” è la drammatica ammissione dell’esponente del Movimento 5 stelle. Il riferimento è agli attacchi russi a Leopoli, dove è stata colpita anche una base militare vicino al confine con la Polonia, Paese dell’Ue.

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“La diplomazia purtroppo non ha i tempi delle bombe. Fermiamo le armi e mandiamo via i civili. L’Italia continuerà a opporsi con tutte le forze alla no fly zone e a dimostrare a Putin che questa guerra non la può fare. L’escalation non dipenderà da noi” ha detto ancora il ministro. 

Ma i segnali non sono incoraggianti. “La notizia del giornalista americano ucciso in Ucraina è terribile, ci sono troppe variabili che possono scatenare un’escalation della guerra e noi non lo vogliamo” ha ribadito Di Maio. “L’Italia continuerà a dire” al presidente russo Vladimir Putin “di dimostrare che non vuole continuare questa guerra perché noi abbiamo fatto tutti i passi possibili per aprire alla possibilità di dialogo e 
di una soluzione diplomatica”. 

“Segnali piccoli sul negoziato ci sono ma i tempi sono lunghi”, è l’unica apertura  che si vede nello scenario drammatico di queste ore.  Per quanto riguarda la richiesta dell’Ucraina di entrare nell’Unione europea Di Maio ha detto che “dobbiamo fare tutto quello che va fatto nel rispetto dei trattati ma dobbiamo anche dare seguito alla risoluzione del Parlamento europeo che ha votato quasi all’unanimità 
di riconoscere lo status di candidato dell’Ucraina. Noi diciamo riconosciamogli lo status di candidato e poi apriamo un processo che richiede i suoi tempi”. 

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  1. Quando apre bocca questo bamboccio c’é da farsi il segno della croce per le conseguenze disastrose che i discorsi di un incompetente possano avere su problematiche così delicate. Ricordo che un tempo i diplomatici vantavano un certo lignaggio, il che se non altro garantiva il savoir faire necessario in simili frangenti.

  2. I russi hanno colpito vicino a Leopoli un centro di addestramento-tagliagole-nazi
    ed hanno ucciso 180 mercenari stranieri-NATO
    ovviamente non è stata “la bomba” come afferma l’ignorante, ma un attacco con missili a lungo raggio di precisione
    oltre ai tagliagole, sono state distrutte anche delle grosse forniture di armi
    magari le armi italiche che Di Maio ha fatto inviare (+110 milioni di euro che non si sa a chi siano andati) affermando non vuole “l’escalation della guerra”(?!).
    Di Maio è Ministro degli Esteri e Caligola fu criticato per aver nominato Senatore il suo cavallo: oggi come Ministro degl’Esteri preferirei un cavallo, che è sempre meglio di ‘sto asino.

  3. “In Italia la politica la fanno persone molto scarse e per stare a galla creano problemi a tutti, a cominciare dalla comunicazione. Lo abbiamo visto con il voto per il Quirinale, il lunedì che son cominciate le votazioni sembrava se ne fossero accorti il giorno stesso che dovevano eleggere il Presidente della Repubblica. La gente che è lì è pagata dai cittadini, e se scrive un nome a vanvera, il mio, quello di Fiorello o di Amadeus, per farle un esempio, beh come cittadino mi sento preso in giro. Prendono 15mila euro al mese e dovrebbero avere la coerenza almeno di essere seri” (Briatore 18/2/22)

  4. “…noi abbiamo fatto tutti i passi possibili per aprire alla possibilità di dialogo e di una soluzione diplomatica” ipse dixit. Ma signor Di Maio, citando un suo conterraneo, “Mi faccia il piacere!” Avete esacerbato i rapporti con la Russia mandando armi e appoggiando delle misure restrittive assurde dimendicando che l’Italia ha solo da perderci con queste misure! Inoltre i Russi ci hanno aiutato all’inizio della pandemia del Covid inviando medici e forniture mediche e questo non il modo di ringraziarli. La via della diplomazia è quella di capire le ragioni delle due fazioni e cercando di appianare i contrasti, qui mi sembra una riedizione del conflitto afgano.

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