“In occidente tra guerra e pandemia in occidente nessuno ci ha capito nulla” La durissima accusa di Nicola Porro

di Nicola Porro per Il Giornale

Alla fine del secolo scorso si teorizzò la fine della Storia: era crollato il comunismo, le tecnologie stavano rapidamente e «singolarmente» prendendo piede e le democrazie liberali sembravano l’unico modo di governare gli uomini che crescevano di miliardi e morivano più tardi. In un paio di decenni ci siamo ricreduti.

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La pestilenza ci ha portato indietro di secoli, con lazzaretti, quarantene, libertà negate, lasciapassare e morti. E ora la guerra. L’impero sovietico sarà morto, ma la Russia no. Vediamo immagini dell’altro secolo. Si combatte scavando trincee; gli innocenti che scappano vengono uccisi per strada dai colpi di mortaio; le città hanno fame e gli assedi sono ritornati una strategia di attacco.

L’Occidente è come scioccato. Ancora convinto che fosse finita, si indaffarava a cancellarla: rinnegando il suo passato, distruggendo i suoi simboli e le sue statue. Della Storia rimane solo qualche ottuso senso di colpa. E ora cerca goffamente di rispondere con lo stesso criterio all’invasione russa. Proibisce Dostoevskij e fa fuori un direttore di orchestra perché ritiene che questa rappresenti un’arma. Piuttosto è l’istantanea della nostra inadeguatezza.

I russi, che al pari degli ucraini hanno temuto poco il Covid, hanno gli scarponi nel fango: subiscono perdite e uccidono come avviene nelle guerre vere. Rubano le galline per campare, strappano le giacche per riscaldarsi, cercano un giaciglio nei palazzi bombardati. Non si addestrano sul videogioco Fortnite, surrogato psichedelico della leva per una generazione di occidentali.

E la Storia improvvisamente ha ripreso a correre e non lo capiamo. Facciamo i duri con le sanzioni, ma quanto possiamo resistere con la benzina a 2,3 euro? In Ucraina, la resistenza mischia il petrolio con la pece per fare le molotov da lanciare sui carri. Da noi quelle 4mila e seicento lire al litro ci riportano agli anni ’70. Un ministro ha detto che dovremo uccidere gli animali, perché tra poche settimane non avremo di che sfamarli. Abbiamo giocato con l’agricoltura, fingendoci Heidi e pensando al futuro del pianeta, e mettendo gli animali in Costituzione solo poche settimane fa: tra poco dovremo fare una strage per non farli morire di fame. In Ucraina, come nella Strada di McCarthy, si vaga per le città alla ricerca di un avanzo.

Pensiamo di sconfiggere il nemico con un codice alfanumerico che non potranno più usare per le transazioni bancarie (il famoso Swift), ma poi gliene diamo qualche copia per continuare a venderci gas e petrolio, che essendo diventato più prezioso, finanzia le loro guerre.

Noi occidentali pensavamo che la Storia fosse finita, si è messa invece a correre all’impazzata; e mentre ancora non ce ne rendiamo conto, a due passi da casa nostra, la stanno scrivendo.

 

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  1. L’italiota medio ha le sembianze di un mingherlino coi pantaloni stretti alla caviglia e il QR code pronto all’uso in tasca; gli uomini veri, invece, sono quelli che combattono… sempre… anche per impedire che il nazismo di un codice (una volta era numerico, ora ha la forma di un quadrato pixellato) esista ancora.

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