Abolizione GreenPass, il tradimento estremo dei Governatori della Lega: così pretendono di continuare a ricattare la popolazione

“Stiamo uscendo dalla pandemia”, dice sottovoce al Corriere il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Poi ipotizza la fine dell’obbligo di mascherine al chiuso per Pasqua e il progressivo superamento del Green pass rafforzato. Sembra che vada tutto bene vero? In realtà non è così, perché nelle intenzioni del governo c’è la volontà di mantenere il Green pass ancora a lungo, nonostante sia ormai evidente (come hanno iniziato a dire anche la maggior parte dei televirologi) la sua inutilità. La curva del contagio è in discesa costante da settimane, i ricoveri sono praticamente dimezzati e anche l’indice di mortalità è ormai irrilevante. Eppure l’Italia continua a vivere sotto la morsa delle restrizioni imposte dal governo Draghi.

Verrebbe da dire: e le Regioni? È proprio qui il problema. Le Regioni, soprattutto a trazione leghista, non stanno chiedendo di togliere il Green pass, ma semplicemente di rimodularlo. Intanto della annunciata road map di allentamento progressivo delle restrizioni non si vede nemmeno l’ombra. Ma anche qui c’è subito una scusa pronta: la guerra che ha rallentato il processo. Caso strano, però, visto che non circola neppure una bozza, la quale invece doveva essere pronta – almeno quella – già da un bel po’. Vale dunque il solito principio: con questi a pensar male è peccato, ma molto spesso ci si indovina…

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Nelle richieste delle Regioni ci sono questi temi: “Dal primo aprile si revochi l’obbligo di mascherine al chiuso, a partire dalle scuole, non si chieda più il green pass all’aperto e si rivedano le modalità di controllo nei pubblici servizi «affidando alla responsabilità dei singoli il mancato rispetto della normativa vigente». Durante l’ultima riunione i governatori si sono ritrovati su una linea unanime che, dietro le formule di rito, è molto netta: «Si avvicina il termine dello stato di emergenza e occorre un percorso di normalizzazione da condividere tempestivamente. L’obiettivo deve essere quello di una progressione ordinata verso un ritorno alla normalità»”.

Il ministro per la Salute, Roberto Speranza, però non vuole saperne e li ha convocati per la prossima settimana. Così prende altro tempo. Il presidente della conferenza delle Regioni, il leghista Massimiliano Fedriga, insiste non sulla revoca del Green pass tout court, ma su una “netta semplificazione delle linee guida per la ripresa delle attività economiche così da dare loro un carattere temporaneo limitato alla fase di transizione”. Per Sileri “dopo il 31 marzo, la prima cosa da fare è tornare alla capienza piena, ma con la mascherina, negli stadi e negli uffici. Poi, forse da metà aprile, via le mascherine al chiuso. Sono anche favorevole a rimodulare le regole sul super green pass fino ad abolirlo”.

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  1. La storia di Fedeiga. Da capogruppo della Lega a Governatore di una Regione con meno abitanti di Milano. Non contento ovviamente della posizione, al fine di mettersi in luce ed apparire sui tg nazionali e salotti buoni, durante il periodo covid si é recato a Roma per chiedere nuove severe restrizioni – richieste poi accolte con l’introduzione del super gp. Tutto ciò a scapito dell’economia dello stesso territorio che amministra, mandando così in fumo la stagione invernale e di riflesso posti di lavoro. Da quando Presidente della conferenza e Regioni il Ferdiga si sente un Dio. In realtà è uno dei tanti burocrati incapaci a carico della collettività: non è stato in grado di portare a termine la mission, quella di creare 140 nuovi posti in intensiva. In Friuli infatti ne sono stati realizzati solo 5 in due anni (come documentato da “Fuori dal Coro di Mario Giordano) nonostante i milioni stanziati. Per coprire il fallimento é stato necessario per l’amministazione Fedriga/Riccardi trovare un capro espiatorio a cui adossare tutte le colpe di un emergenza non sanitaria ma piuttosto della sanità: i novax e no green pass di Trieste. Una casa è certa: alle prossime elezioni la Lega prenderà una bastonata storica!

    1. Condivido in pieno la tua analisi e aggiungo che solitamente gli amministratori che usano le restrizioni più assurde e chiedono interventi draconiani sono i più incapaci e ignoranti. Usano la forza e regole impossibili da seguire per far credere ai gonzi di essere dei bravi governatori: noi abbiamo imposto le mascherine, abbiamo fatto il lockdown, abbiamo imposto il lasciapassare anche per uscire di casa, ecc… Sono i peggiori e dovrebbero pagare i loro errori ma essendo in Italia possiamo solo sperare nel fulmine di Zeus, ne giudici ne popolo faranno nulla.

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