Feltri senza peli sulla lingua contro Zelensky: due giorni fa gli diede del bullo, oggi si chiede: perché il villone in Versilia non lo concede ai suoi profughi?

Vittorio Feltri, direttore di Libero, nel suo video editoriale di oggi commenta la guerra in Ucraina iniziando da un ricordo della sua vita, quando aveva 13 anni. “Nel 1956 ci fu l‘invasione dell’Ungheria ad opera dei russi che volevano tenere il loro tallone su quel Paese che era comunista, ma in un modo più tenero. Non andava bene la linea di Budapest al dittatore di allora che si chiamava Josef Stalin”. “Quell’invasione”, continua il direttore, “fu sanguinosa esattamente come quella a cui stiamo assistendo a Kiev: carri armati, sparatorie, morti ammazzati, un disastro. Finché a un certo punto l’Ungheria dovette cedere.

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Ed è quello che succederà anche a Kiev perché quando Sansone prende un nano a calci nel sedere vince Sansone. È solo questione di tempo”. “Tra l’altro”, insiste Feltri, “la Russia spara anche un po’ a capocchia, ha mandato un esercito un po’ sgangherato in Ucraina e quindi le cose vanno per le lunghe, però mi domando a questo punto: sapendo della propria debolezza come mai Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, il famoso comico, che poi abbiamo scoperto che possiede una casa in Italia dal valore di 3,8 milioni di euro e che invece di renderla agibile ai profughi l’ha affittata per una cifra congrua. Il che vuol dire che anche questo presidente non è poi così affidabile come tutti credono”. “È un signore che pensa alla sua tasca”, attacca Feltri, “e in questo momento è in stato confusionale come è in stato confusionale Vladimir Putin”. “In Ungheria”, ricorda ancora il direttore, “furono scritti articoli memorabili anche da parte di Indro Montanelli, poi se ne ricavò anche un film importante e quindi abbiamo saputo nel dettaglio quello che è accaduto, mentre in Ucraina abbiamo tanti inviati delle tv, dei giornali che ci raccontano tanti particolari, alcuni anche insignificanti, ma il senso completo del disastro non ci è stato ancora descritto”. “Questo sconcerta gli italiani”, tuona Feltri, che non sanno più a cosa pensare, non sanno più a chi dare ragione e a chi torto. Le opinioni si sovrappongono, sono contrastanti, perfino i pacifisti sventolano le loro bandiere poi però dicono sì all’invio di armi in Ucraina, ma ottenere la pace con le armi è abbastanza difficile. Insomma”, conclude Feltri, “è una situazione non solo caotica, ma incomprensibile. Sono sconcertato”. 

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