“Siamo profughi, ma non siamo mica fessi” Arrivate in salvo dall'”Ucraina, hanno spedito donne e bambini al centro punture. Il risultato? Una sonora sfanculata

Allarme Covid tra i profughi ucraini che rifiutano il vaccino. “Hanno paura”

di Arianna Di Cori per Repubblica

L’hub vaccinale di Termini aperto ai profughi ucraini 

Il primo giorno per il centro dedicato alle vittime della guerra ĆØ stato complesso. D’Amato: ” Pronti ad andare al confine”

All’hub della stazione Termini, diventato nel giro di una notte il polo di accoglienza sanitaria per i cittadini in fuga dall’Ucraina, ĆØ tutto pronto. Ci sono i mediatori culturali della Asl Roma 1, un box per registrarsi per ottenere l’Stp, una sorta di tessera sanitaria temporanea per stranieri, medici e infermieri in postazione pronti a fare tamponi e soprattutto somministrare il vaccino.

Il problema ĆØ che non ci sono persone disposte a ricevere l’iniezione. Su 12 profughi ucraini giunti in mattinata solo 2 due, mamma e figlia 15enne, hanno acconsentito. Una questione culturale, forse. O forse religiosa, chissĆ . Quel che ĆØ certo ĆØ che, stando ai numeri ufficiali, solo il 35% degli ucraini ha completato il ciclo vaccinale.

E all’emergenza umanitaria, rischia di sommersi anche quella sanitaria, legata alla mancata vaccinazione. “Non ĆØ una questione ideologica – spiega la mediatrice culturale dell’hub, Yana Skulevych – . Bisogna mettersi nei panni di chi arriva qui, stremato: la paura di una reazione avversa al vaccino prende il sopravvento. Alcune delle persone con cui ho parlato mi hanno detto di avere avuto il Covid, anche se non avevano la documentazione, e per questo hanno rifiutato il vaccino. E resta il fatto che sono con la testa in Ucraina, sperano di riuscire a farci ritorno molto presto. Ma il tampone lo fanno”.

Per chi arriva a Roma dall’Ucraina – circa mille finora – dopo giorni estenuanti di viaggio, con il riecheggiare delle sirene e delle bombe nella testa e l’odore della paura intriso nei vestiti, il vaccino non ĆØ la prima voce in agenda. ” Forse poi ci penserĆ², adesso voglio solo riposarmi”, dice Julia, 18 anni e due grandi occhi neri, appena arrivata, con le donne della sua famiglia – nessuna vaccinata – alla Stazione Tiburtina. Sputate da un torpedone sul marciapiede, sono in attesa che un parente arrivi a prenderle. Per poi sparire. Invisibili.

“L’Ucraina ĆØ uno dei paesi in Europa con il piĆ¹ basso tasso di vaccinazione – spiega l’assessore regionale alla SanitĆ  Alessio D’Amato – ma ĆØ davvero importante che chi arriva qui lo riceva. Noi stiamo facendo tutto quello che ĆØ nelle nostra facoltĆ , ĆØ per questo che all’hub Termini ci sono mediatori culturali, possono fare la differenza con il passaparola nella comunitĆ ”.

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Ma il fattore tempo ĆØ determinante. “Sono giĆ  arrivate le prime persone positive al virus ” , conferma Padre Teodosio, vicario dell’Esarcato apostolico degli ucraini cattolici di rito bizantino – e questo si somma ai problemi che dobbiamo affrontare “. Decine di famiglie hanno messo a disposizione le proprie case, ma la gestione dei positivi richiede un piano ben piĆ¹ strutturato.

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2 comments
  1. ai clandestini di Lampedusa Ʃ concesso rifiutare il vaccino e anche il tampone, cosƬ da evitare il rimpatrio (e pertanto li dobbiamo mantenere..)

    ai profughi (veri) invece si vuole inoculare un farmaco sperimentate con il pretesto di un immunitĆ  che esiste solo nella testa del banchiere e in quella del mendace ministro della salute

    una sorta di rito di iniziazione per gli sventurati Ukraini, un “benvenuto in Italia” in stile Poggiolini, un sacrificio umano da pagare per l’ospitalitĆ ..

    Governo di stronzi corrotti del marketing big pharma, fate schifo! Al posto loro chiederei trasferimento in Spagna o altro paese..

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