Ecco l’unico modo per fare scacco matto a Putin: parla il grande scacchista dissidente Garry Kasparov

Federico Fubini per corriere.it

Garry Kasparov, l’Europa e gli Stati Uniti dovranno pagare un prezzo per questa guerra?

«Siamo realisti: sì — risponde l’ex campione mondiale di scacchi, già dissidente sovietico, poi fuggito a New York per mettersi in salvo perché da sempre si oppone a Vladimir Putin —. E il prezzo da pagare potrebbe essere alto, dopo vent’anni di noncuranza. Vent’anni senza ascoltare chi avvertiva che Putin non era solo il nostro problema, che sarebbe diventato il problema di tutti. Tutti i dittatori, quando hanno soggiogato il loro popolo e distrutto l’opposizione, guardano fuori. E Putin per vent’anni non ha visto conseguenze per i suoi crimini».  

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Ha attaccato in Cecenia, Georgia, Siria, l’Ucraina nel 2014…

«Ci sono i bombardamenti a tappeto su Aleppo, l’annessione della Crimea, l’uccisione di Litvinenko, l’avvelenamento degli Skripal. E con quali conseguenze? Sì, qualche sanzione, ma poca roba. E a differenza di Hitler negli anni ’30, ha fatto tutto alla luce del sole. Nel 1939 non avevamo tecnologie per controllare come Hitler si preparasse all’attacco sulla Polonia. Stavolta abbiamo visto tutto, Putin non si è mai nascosto. Ha anche costruito la più influente rete di lobbisti e agenti in giro per il mondo. Chamberlain, Daladier e quelli che rifiutarono azioni forti contro Hitler a metà degli anni ‘30 si sbagliarono. Ma Chamberlain non ha mai fatto affari con Hitler. Puoi pensare che sia stato ingenuo. Ma i politici di oggi hanno preferito continuare a fare affari con Putin e molti di loro essere anche nel suo libro paga».

Dunque la risposta dell’Europa non è forte perché c’è troppo denaro russo che gira?

«Si chiama corruzione. Al denaro russo si è permesso di influenzare ogni livello della vita americana, ma soprattutto europea: che fosse vita politica, sociale, lo sport, gli affari. Centinaia di miliardi sono stati sparsi nel mondo libero. Perché questo denaro non è andato in Cina, Venezuela o Iran. È finito a Vienna, Monaco di Baviera, Firenze, Milano, Parigi, Londra, New York. Non possiamo sottovalutare l’influenza di questi soldi». 

O semplicemente abbiamo sottovalutato la dinamica del regime russo?

«Putin non ha mai nascosto le sue intenzioni, è stato sincero come Hitler in Mein Kapmf. Sono anni che dice che l’Ucraina non è uno Stato sovrano. Se ne sono lavati tutti le mani. Ha detto che il collasso dell’Urss la più grande catastrofe geopolitica. Ha messo sul tavolo la sua visione strategica molto apertamente almeno da 15 anni. È stato sempre molto coerente nel portare avanti il suo programma. E poiché non ha visto nessuna vera risposta dal mondo libero, si è detto: perché no? Posso fare qualsiasi cosa».

Ora ha varcato la linea rossa dell’Occidente?

«Tocca al mondo libero di dimostrarlo. Invece sentiamo parlare del prezzo economico che dovreste pagare, che c’è. Ma gli ucraini stanno pagando il prezzo delle loro vite e quelli che parlano del loro prezzo economico da pagare, in euro o in dollari, si devono vergognare. Stanno ancora cercando di misurare danni economici a fronte di un sacrificio in vite umane che è in corso». Alcuni pensano che questa può essere la fine di Putin perché gli oligarchi attorno a lui si rivolteranno. Possibile?«L’ha vista l’élite di Putin al Consiglio di sicurezza dell’altro giorno?». Sembravano terrorizzati…

«Essere terrorizzati perché non si è d’accordo con un dittatore non significa essere pronti a ribellarsi. Sono terrorizzati, ma aspettano di vedere che farà l’Occidente». 

Ma può essere la fine di Putin?

«Sì, però dovete agire. Mostrategli che c’è un prezzo. Se il mondo libero reagisce di nuovo in modo scadente quelli si diranno che va tutto bene, che possono sopravvivere. Se non c’è un costo per l’aggressione, se la macchina da guerra di Putin non smette di funzionare perché va in bancarotta, se non mandate il regime di Putin in bancarotta adesso, non vedo come l’élite possa alzare un dito. Ribellarsi a Putin può voler dire mettere fine alla propria vita. Nessuno lo farà se non c’è una minaccia diretta ai miliardi di dollari che quella gente ha accumulato nel mondo libero». 

Se si escludono le grandi banche russe dai mercati in euro e dollari il sistema finisce in ginocchio. Non trova?«È ciò che chiedo: tagliate fuori la Russia dai mercati finanziari globali. Assicuratevi che il sistema finanziario del Paese non sia più sostenibile e non possa generare risorse per la macchina da guerra di Putin. Anche se lui sta seduto su riserve liquide da oltre 600 miliardi di dollari». 

Ma non basterebbero appena a salvare le due prime banche?

«Esattamente. Se si pretende che il debito sovrano o il debito di Gazprom e di Rosneft siano onorati ora, l’industria russa va in bancarotta. Ma fare una cosa simile richiede volontà politica, perché ci saranno ripercussioni sul resto del mondo. Il prezzo del petrolio potrebbe salire, la situazione potrebbe diventare tempestosa per un po’. Ma se non lo si fa ora, il prezzo per fermare Putin salirà ancora di più. Questo è l’ultimo momento in cui lo si può fare senza sacrificare vite umane del mondo libero». 

Perché?

«Perché se attacca l’Estonia, la Lituania o la Polonia, allora si entra in un’altra dimensione. E la Cina sta guardando. Se Putin riesce a distruggere l’esercito ucraino, conquistare Kiev, installare un governo-fantoccio, questo diventa un format per la Cina su Taiwan. E un attacco a Taiwan potrebbe obbligare gli americani a rispondere militarmente. Questo è l’ultimo momento in cui possiamo danneggiare la macchina militare di Putin e rovinare il suo stato mafioso-burocratico senza mettere soldati sul terreno».

Quanto può tenere la resistenza ucraina?

«L’Ucraina è disposta a combattere, ma dall’annessione della Crimea nel 2014 il mondo libero si è rifiutato di armarla. Se oggi avesse un decimo delle armi che gli americani hanno abbandonato in Afghanistan, diventerebbe la tomba dell’esercito russo». Se Putin vince, alcuni in Europa pensano che si fermerà in Ucraina perché a quel punto avrà riconquistato lo spazio sovietico. E non arriverà ai Paesi che appartengono alla Nato. Che ne pensa?

«Credere una cosa del genere negli anni ’30 con Hitler fu stupido e ingenuo. Adesso è un segno di corruzione. Vorrei dare un’occhiata al conto in banca di chiunque dica una cosa simile. È un’idea folle. A Putin non interessa se un Paese è della Nato o no, se stavolta riesca a vincere. Ovvio che andrebbe ancora più in là. Forse non subito, ma lo farebbe. E poi, scusi: chi c… sono questi che si permettono di decidere di sacrificare l’Ucraina? È una nazione che sta pagando un prezzo carissimo perché gente di questo tipo vuole fare affari con Putin». Quali altre misure suggerisce contro Mosca?«Tutte le persone del mondo libero devono dimettersi dalle aziende del sistema putiniano. Se non lo fanno, vanno trattate come complici di crimini di guerra. Ciò accade oggi in Ucraina è un crimine di guerra. Ed è la fine dell’infrastruttura di sicurezza costruita dopo la seconda guerra mondiale, perché nessuna infrastruttura di sicurezza in Europa può essere costruita con Putin». 

E se lui vince?

«Se vince, è un segnale a tutti i dittatori del mondo che le sole cose che contano sono la forza dell’esercito e come usi il denaro sporco per corrompere i politici. Faremmo un salto all’indietro, perché Putin è uno che guarda solo all’indietro. I suoi eroi? Josef Stalin e Ivan il Terribile. Per lui la violenza non è solo accettabile, è il modo più efficace di tenere gli altri sotto controllo. Qualunque organizzazione che cerchi di imporre il diritto internazionale per lui è un nemico, dunque non si fermerà».

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  1. Tutti i nostri politici sono in subbuglio, tutti condannano Putin a priori, e stanno facendo comunella, sarà perchè lo temono e probalmente non si mette bene per loro, hanno finito di fare gli spacconi, e questo non mi dispiace. La guerra è da condannare gridano a voce unanime, gli vorrei dire quella che avete fatto fino ad oggi ai no vax cos’è stata?

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