Putin stanotte ha fatto fare agli analisti Usa la figura dei polli: da giorni dicevano come avrebbe attaccato? Li ha spiazzato facendo l’esatto contrario

Con l’attacco su più fronti della Russia all’Ucraina siamo davanti a una serie di scenari uno più terribile dell’altro. Ad analizzare la drammatica invasione militare da parte delle forze armate di Mosca nel Donbass fino a Kiev è  Paolo Magri direttore dell’ISPI, Istituto per gli studi di politica internazionale, intervenuto giovedì 24 febbraio a Omnibus, su La7. 

Gli Stati Uniti avevano previsto l’attacco per il 16 o 17 febbraio, ma ora “poco cambia” dice Magri. C’erano soldati russi intorno a tutto il paese, la flotta, forze in Bielorussia, “sembrava uno schieramento da manuale per fare un’operazione militare su larga scala” dice l’analista. 

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Il presidente russo dopo la dichiarazione sul Donbass ha calato “l’altra carta”, quella dell’attacco: “Noi davamo quasi per scontato che dalle due province riconosciute” Vladimir Putin volesse “allargarsi al resto dell’est Ucraina, cioè i territori che la Russia rivendicava ma che aveva perso nella guerra in 2014. Si poteva anche ipotizzare che cercasse di fare un corridoio fino alla Crimea. Ma ora vediamo che Putin colpisce Kiev, e ci sono interventi di truppe anfibie su Odessa. È lo scenario più pesante, lo credevamo anche impensabile nella praticabilità” ammette Magri. 

Nei fatti siamo davanti a una “dichiarazione di guerra, seppur non necessariamente militare, all’Occidente”. Le sanzioni saranno “pesantissime e le conseguenze saranno durissime, faranno schizzare il prezzo energia. E qui si aprono scenari molto pesanti, anche economici” per l’Europa. 

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