Speranza ancora una volta dalla Annunziata a raccontare balle senza che nessuno intervenga

dal blog di Nicola Porro

Quante bugie può dire un ministro della Sanità, in tempi di pandemia, prima che il suo presidente del Consiglio lo licenzi? Quante imprecisioni, o verità di comodo, può raccontare in tv, prima che un giornalista glielo faccia notare? Ciò che è andato in scena oggi pomeriggio, con l’intervista di Roberto Speranza e Mezz’ora in più di Lucia Annunziata, ha dell’incredibile. E dire che Rai 3 fa parte del servizio pubblico: ci si poteva aspettare un minimo di contraddittorio, una domanda incalzante, almeno che qualche capello si drizzasse, quando l’ex assessore all’Urbanistica di Potenza le sparava grosse, forse senza neanche rendersene conto.

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Il piano pandemico e il “manuale di istruzioni”

Partiamo dal passaggio in cui Speranza ha ripercorso le prime fasi del dramma che ci trasciniamo dietro da due anni: “Non avevamo un manuale d’istruzioni”, ha provato a giustificarsi. Come, prego? Non avevate un manuale d’istruzione? Se è così, il ministro ha ammesso una colpa grave; se non è così, ha mentito.

Cominciamo infatti con il ricordare che il manuale d’istruzioni doveva esserci eccome: era il famoso piano pandemico, quello che, in effetti, in Italia non veniva aggiornato da oltre un decennio e che nemmeno l’esponente di Leu e i tecnici del dicastero, durante il suo mandato, si erano preoccupati di ritoccare. Si capisce perché la scusa di Speranza non regge: se quel “manuale d’istruzioni” non era buono a nulla, è imperdonabile che nessuno lo abbia migliorato, neppure negli ultimi mesi del 2019, allorché le notizie che arrivavano dalla Cina avrebbero dovuto far allarmare il dormiente ministro comunista. Che però, ancora a gennaio 2020, ci raccomandava di non modificare il nostro stile di vita e faceva girare il famoso spot con Michele Mirabella: “Il contagio non è affatto facile”.

Perché nessuno attivò il piano?

Era l’epoca di “abbraccia un cinese”, di Selvaggia Lucarelli e Corrado Formigli con i biscottini cinesi, di Beppe Sala col raviolino al vapore in via Paolo Sarpi, perché “Milano non si ferma”. Erano i giorni in cui l’allora premier, Giuseppe Conte, ci assicurava: “Siamo prontissimi, continuiamo costantemente ad aggiornarci con il ministro Speranza”. Che aggiornamenti si davano? Il piano pandemico, intanto, era lì, chiuso in un cassetto, logoro, forse inutile. Se però quel documento poteva servire a salvare qualche vita (secondo uno dei consulenti della Procura di Bergamo, Pier Paolo Lunelli, probabilmente migliaia), non averlo attuato è persino peggio di non averlo mai riadeguato.

Le mascherine spedite in Cina

Qualcuno ne chiederà conto a Speranza, che va a pontificare su quanto siano stati bravi e “responsabili” lui e i colleghi dell’esecutivo giallorosso? Qualcuno gli chiederà, finalmente, perché non avevamo mascherine e respiratori, perché i Dpi che avevamo li spedimmo in Cina e perché poi elemosinammo i ventilatori (farlocchi) da Pechino, consentendo al regime di Xi Jinping una passerella mediatica inaudita? E qualcuno chiederà all’uomo-ombra di Speranza, Walter Ricciardi, perché, allora, andava in tv a dire che le mascherine (chirurgiche) erano una “psicosi degli italiani”? Non è che a qualcuno faceva comodo un “pompiere”, nella fase in cui mancava praticamente qualunque dispositivo di protezione?

La bufala del “modello italiano”

È falso altresì che “tutti i Paesi occidentali” abbiano imitato l’orrido modello italiano. Chi ha scelto la strada del lockdown, lo ha attuato o per periodi più brevi, o in modi meno rigidi (si pensi alla Germania, dove alla gente non è mai stato proibito di passeggiare all’aria aperta). Per di più, le nazioni in cui non è stata attuata alcuna serrata totale, come Svezia e Danimarca, se la sono passata decisamente meglio. E adesso, il modello italiano è stato definitivamente cestinato: tant’è che mentre mezzo mondo riapre, noi ancora spacciamo come grande conquista di civiltà il decaduto obbligo d’imbavagliarsi per strada e la ripartenza delle discoteche.

Italiani chiusi in casa con Dpcm

Altra inesattezza del ministro: mentre rievocava i concitati giorni che portarono al primo lockdown, ha parlato del “decreto legge” con cui fu chiuso il Paese, attribuendosi peraltro il surreale merito di aver portato quella risoluzione in Cdm. Peccato che fu Conte a intestarsi la decisione: Speranza, forse, ha dimenticato che, a marzo 2020, gli italiani furono condannati ai domiciliari da incensurati in virtù di un decreto del presidente del Consiglio (dpcm), non di un decreto legge. Peraltro, checché ne dica lui, quando definisce un “patrimonio del Paese” il “rapporto tra politica e scienza”, gli scienziati del Cts non consigliavano affatto la serrata generalizzata. E mentre Speranza e Conte discussero “per giorni” sul lockdown, chissà quanti morti costò la mancata zona rossa nella Bergamasca…

D’altronde, di palloni colossali ce ne sono anche sul presente. Ad esempio, l’esponente di Leu si vanta del fatto che “abbiamo piegato la curva” dell’epidemia, ovviamente grazie ai gloriosi vaccini. E che l’obbligo vaccinale per gli over 50, visti i numeri dei ricoveri, soprattutto in terapia intensiva, tra chi rifiuta l’iniezione, è “una scelta coraggiosa”. Peccato che la curva epidemica italiana abbia avuto pressoché lo stesso andamento di tutti i Paesi, inclusi quelli con le misure meno rigide, e sia stata, con ogni probabilità, affatto indipendente dalle vaccinazioni (che non bloccano il contagio) e dalle folli restrizioni (ad esempio, il green pass, ormai necessario per fare qualsiasi cosa). Persino l’obbligo per gli ultracinquantenni è scattato a plateau già raggiunto – come pure la disposizione in virtù della quale questi cittadini, da martedì, dovranno esibire il certificato rafforzato sul lavoro.

D’altronde, Speranza è il principale officiante della religione del vaccino “sola salus”. Mister “paracetamolo e vigile attesa” si è ricordato solo tre giorni fa di aggiornare il protocollo sulle terapie, mentre l’Italia, che ha sempre snobbato i trattamenti precoci, continua a piangere oltre 300 morti al giorno: perché li contiamo male o perché non li curiamo bene? Fatto sta che la nuova circolare ministeriale citava “la sopravvenuta disponibilità di antivirali e monoclonali”. Che però esistono da un anno: ad esempio, da quando Aifa rifiutò la fornitura offerta gratuitamente, a scopi di sperimentazione, da Eli Lilly. Speranza ha atteso, ma non sappiamo se sia mai stato vigile.

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  1. Questo ministro rispecchia l’italiano medio.Servo e schiavo volenteroso dietro lauto compenso di qualche potentato.Non è quello il sogno di una bella parte della popolazione?Che ci sono degli “effetti collaterali”…
    “ma chi se ne frega,Basta che sto comodo io”.

  2. Signori apriamo gli occhi; analizziamo solo la prima decade di febbraio – da 01 a 11.

    anno 2021 abbiamo contato 3.883 decessi, pochi i vaccinati e sempre tanti gli anziani;

    un anno dopo 2022 … e una e due e, tre dosi di vaccino sono stati 3.630, solo un paio di cento in meno e nel totale per due terzi sono vaccinati!! e gli anziani, vaccinati al 97%, sono sempre il gran numero; ma credo …, fossero pure al 102% sarebbe la s tassa cosa.

    Una differenza talmente minima che la si potrebbe giustificare anche con il minor numero di soggetti fragili sopravvissuti (tutti gli altri deceduti anzitempo, ma occhio! … erano comunque in vigile attesa).

    in questi ultimi due mesi ho visto tanti amici preoccupati perché contagiati e con effetti della malattia più o meno seri – però preoccupatissimi lo erano maggiormente gli amici vaccinati fino al booster!
    Fortunatamente nessuno degli amici è venuto a mancare
    Ah! dimenticavo….. questi amici sono assistiti, ovvio solo per provviste di sussistenza e acquisto farmaci, da amici non vaccinati … quelli vaccinati hanno paura di contagiarsi e neanche ci pensano ad avvicinarsi !!
    non è che ci si incontra, ci si sente per telefono, si fa la lista e si lascia tutta la spesa alla porta di casa.

    Ultimo e poi chiudo … ma lo sapete quali sono i farmaci prescritti ??!! sono antibiotici, antiinfiammatori, integratori ecc…
    c***o… ma …, ma sono gli stessi vietati per due anni !! e guarda un po’ ora sono indispensabili per curare i vaccinati ??

  3. Ma in Italia è rimasto un giornalista che riesce a fare domande impegnative a questi politicanti? Hanno paura di perdere il posto? Oramai questa modalità di intervistare i politici è patetica e talmente “pelosa” da far impallidire anche il più servile dei microfoni italiani, quello delle previsioni del tempo. Il paracetamolo, ancora? Mi hai fatto venire la polmonite con il tuo protocollo di attesa. E adesso mi vorresti convincere che i sieri siano sicuri, ma non sono mica un pollo! Avete piegato la curva dei contagi? Sicuro? Con il booster basato sul virus di 2 anni fa che non circola più? Peccato che manchi il premio Nobel per le balle perchè qui siamo in ottima posizione.

  4. A questo essere ignobile e completamente incompetente è stato dato un potere dittatoriale partendo dalle 4.000 preferenze raggiunte nel suo collegio elettorale. Nemmeno il più sfigato fra i dittatori ha mai preso il potere con cosi bassi consensi.

  5. Speranza, di estrazione politica incerta + quella comunista della Annunziata sono l’estrema unzione di questo moribondo paese.
    Italiani, se ancora v’è rimasto un briciolo di amor proprio, cominciate a gufare pesantemente questa gentaglia.
    Devono ammalarsi (non di quel virus del piffero…) pesantemente.
    Io starò sul bordo del fiume, insieme a tanti miei amici liberi, finché vedremo passare il vostro cadavere. E ci scommetto che non manca molto…

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