Come ha fatto Letta a dichiarare oltre 620mila euro lo scorso anno? Ha avuto incarichi e intrallazzi con la peggio feccia del.mondo, dalla Cina all’Arabia Saudita

COME E’ POSSIBILE CHE TUTTI FANNO LE PULCI AI GUADAGNI DI RENZI (571.391 EURO) E NESSUNO ALZI IL SOPRACCIGLIO A QUELLI DI ENRICHETTO (621.818 EURO)? – PRIMA DI FAR RITORNO IN POLITICA, TROVIAMO UN LETTA NON SOLO PROFESSORINO DI SCIENCES PO MA UN MANAGER SCATENATO NEL BUSINESS: TRA I FONDATORI DELLA SOCIETA’ DI MEDIAZIONE “EQUANIM”, PER DUE ANNI ƈ STATO IN “PUBLICIS”, COLOSSO PUBBLICITARIO FRANCESE CRITICATO PER I RAPPORTI LA MONARCHIA SAUDITA A CUI CURAVA L’IMMAGINE, ƈ STATO ANCHE VICEPRESIDENTE PER Lā€™EUROPA OCCIDENTALE DEL VEICOLO DI INVESTIMENTO CINESE “TOJOY”, ETC. ETC. – LE FAMIGERATE “PORTE GIREVOLI” DOVREBBERO ESISTERE NON SOLO PER I MAGISTRATI MA ANCHE PER I POLITICI DI PRIMO PIANO

Giovanna Faggionato per “Domani” – 

Articolo del 13 luglio 2021

Ai numeri 76-78 dellā€™avenue degli Champs ElysĆ©e, a Parigi, ha sede lā€™ultima avventura di Enrico Letta, anzi penultima, visto il suo ritorno improvviso in patria a fine marzo per riprendere le redini del Partito democratico. Molti sanno che lā€™ex primo ministro italiano nella capitale francese ĆØ stato il direttore dellā€™istituto per gli affari internazionali della prestigiosa universitĆ  di Sciences Po e presidente del Jacques Delors Centre, lā€™istituto intitolato a uno dei padri fondatori dellā€™Unione europea, probabilmente il piĆ¹ nobile ex presidente della commmissione Ue. Pochi invece hanno seguito con costanza i suoi rapporti con il mondo del business che con lā€™allontanamento dalla politica si sono moltiplicati.

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Il suo nome ĆØ stato citato in aprile dal quotidiano Le Monde, quando ĆØ stato siglato uno degli accordi piĆ¹ importanti per lā€™economia continentale degli anni a venire: i due giganti transalpini di acqua, rifiuti ed energia, Veolia e Suez, hanno trovato lā€™intesa per fondersi dando vita a una societĆ  da 37 miliardi di fatturato, pari al giro di affari di un colosso dellā€™automotive come Stellantis. Suez si era opposta per via giudiziaria al tentativo di acquisizione di Veolia dando vita a una battaglia durata tre stagioni. La stampa italiana ha raccontato i tentativi di mediazione del ministro dellā€™economia francese Bruno Le Maire, ma non ha raccontato che a permettere la pace ĆØ stata la la mediazione della societĆ  parigina, Equanim, di cui Letta ĆØ presentato come fondatore.

Equanim si definisce la Ā«prima piattaforma di mediazione internazionaleĀ» e il suo modello di business, sulla carta, ĆØ piuttosto semplice: arruolare personalitĆ  di altissimo livello del mondo degli affari e della politica internazionale che possano avere un ruolo di mediatori in conflitti complessi come quello Veolia Suez.

Sul suo sito appare un cameo di Letta, affiancato a una sua dichiarazione: Ā«Nel contesto di contenziosi internazionali ad alta intensitĆ , Equanim permette alle parti di coinvolgere individui della vita pubblica e economica internazionale come co-mediatori e operatori di mediazione per fornire una soluzione completa alle dispute piĆ¹ complesseĀ».

I giornalisti francesi che abbiamo contattato si sono attenuti a quanto dichiara la societĆ , noi abbiamo chiesto chiarimenti sia a Equanim che a Letta. Secondo i documenti del registro delle imprese francese, le azioni della societĆ  sono detenute solo da tre dei fondatori: lā€™ex ministro dellā€™interno francese, Matthias Fekl, collaboratore del candidato alle presidenziali Benoit Hamon che sfidĆ² Macron, dallā€™ex vicesindaco della capitale francese Patrick Klugman, partner dello studio legale Gka e associati, e dallā€™avvocato

Ivan Terel esperto di diritto internazionale dello stesso studio.

Ma al loro fianco sono elencati altri tre fondatori dā€™eccezione, Letta appunto, che ĆØ anche presidente onorario del consiglio strategico internazionale della societĆ , Maurice Levy, celebre manager e milionario francese, giĆ  presidente e direttore generale del gigante pubblicitario Publicis e GĆ©rard Mestrallet, altro grande capitano dā€™azienda dā€™oltralpe, giĆ  presidente di Suez e direttore generale di Engie, che attualmente guida anche lā€™agenzia francese per lo sviluppo della cittĆ  saudita Alula e siede nella commissione reale del regime saudita per Alula, a fianco a Matteo Renzi.

ƈ a Mestrallet che Equanim ha affidato la mediazione vincente su Suez, azienda che ha guidato per anni, e per cui gli ĆØ stata pagata una parcella da dieci milioni di euro. Mastrellet come Letta non ĆØ socio della societĆ  ma partecipa alla sua attivitĆ .

Il consiglio strategico internazionale che Letta presiede poi annovera molte altre personalitĆ  notevoli: lā€™ex ministro dellā€™interno francese, Bernard Cazeneuve, lā€™ex premier belga Yves Leterme, che nel 2016 ha abbandonato definitivamente la politica e ora tra i tanti incarichi ĆØ anche membro dellā€™organo di controllo finanziario dellā€™Uefa, Henrie De Castries che presiede lā€™institute Montaigne ed ĆØ il vicepresidente di NestlĆ©, lā€™ex primo ministro svedese Carl Bildt, oggi presidente dello European council of foreign relations, e poi Gerard Kromme, presidente di ThyssenGroup, Anne Marie Idrac, ex segretario di stato per i trasporti in Francia e consigliere di Total, AirFrance, Klm, e Thomas Glocer, ex amministratore delegato del gruppo Reuters e presidente del Council of foreign relations, amministratore indipendente di Morgan Stanley, solo per citarne alcuni.

Lā€™INIZIO IN AMUNDI

Equanim ĆØ stata fondata a febbraio 2021, appena un mese prima che Letta fosse richiamato di improvviso a guidare il partito democratico fuori dalle secche in cui era finito con la fine del governo Conte due e le successive dimissioni di Nicola Zingaretti.

Allora lā€™attuale segretario del Pd doveva sentirsi ben lontano dalla politica partitica e pronto ad arricchire il bouquet di incarichi che ha accumulato negli anni vissuti distanti da Roma, ma che gli sono stati affidati anche per lo status della sua esperienza politica di alto livello in Italia. Era il 2016 quando Letta fu nominato nellā€™advisory board di Amundi, societĆ  specializzata nellā€™asset management, controllata dal gruppo Credit Agricole e nota in Italia soprattutto per aver acquisito Pioneer dalla Unicredit di Jean Pierre Mustier, con una trattativa avviata nel dicembre di quellā€™anno.

Amundi non ha voluto rendere pubblica quale sia stata la retribuzione per quellā€™incarico, ma ci ha confermato che Letta lo ha lasciato a marzo di questā€™anno per incompatibilitĆ  con il ritorno alla politica italiana. Nella galassia CrĆ©dit Agricole nel frattempo ĆØ entrata una lettiana doc come Alessia Mosca, anche lei docente a Sciences Po, nominata di recente presidente di CrĆ©dit Agricole Italia.

In quel board Letta ha seduto per cinque anni a fianco di personalitĆ  provenienti dal mondo delle istituzioni come Jurgen Stark, lā€™ex capo economista e membro del direttivo della Banca centrale europea e grandi patron di impresa francesi come Levy, presidente e direttore generale del gruppo pubblicitario Publicis, che ritroviamo accanto a Letta anche nella ben piĆ¹ recente avventura di Equanim.

Proprio a Publicis, lā€™ex premier italiano ha ottenuto un altro incarico di rilievo: nel maggio del 2019 ĆØ diventato membro del consiglio di sorveglianza del gruppo. Inoltre, sempre con Levy e Thomas Glocer, altro advisor di Equanim, sedeva nel comitato rischi e strategia.

Lā€™ultimo bilancio depositato da Publicis registra lā€™impegno e la remunerazione di Letta: per otto sedute, sempre presente, ĆØ stato pagato 100 mila euro.

Per dare una idea del livello di clienti e di rischi che puĆ² affrontare il gigante della pubblicitĆ  francese, basti dire che una delle sue controllate ha curato per ventā€™anni e continua a curare lā€™immagine della monarchia saudita. Si tratta della societĆ  di pubbliche relazioni americana Qorvis ingaggiata dalla monarchia di Riad nel 2001 dopo lā€™attentato dellā€™undici settembre realizzato da dirottatori in maggioranza sauditi. Publicis ha acquisito la societĆ  nel 2014 e ha continuato il rapporto con il cliente anche in seguito alle rivelazioni sullā€™omicidio del giornalista Kashoggi, anzi ha moltiplicato i contratti.

Nel febbraio 2018, Levy era uno dei sostenitori della narrazione riformista sul paese arabo. A fine ottobre dello stesso anno, quando per la prima volta la monarchia saudita ammise che lā€™omicidio di Kashoggi, il giornalista dissidente smembrato nel consolato saudita di Istanbul, era stato pianificato, gli venne chiesto se Publicis avrebbe smesso di curare lā€™immagine di Ryad come avevano giĆ  fatto altre grandi firme.

Ā«Per il momento stiamo esaminando tutti gli aspetti e monitorando la situazione con molta attenzioneĀ», si ĆØ limitato a dire lā€™allora presidente, Ā«Come sapete, al momento c’ĆØ una situazione quantomeno confusaĀ». I sauditi hanno ammesso la pianificazione dellā€™omicidio, ma argomentava Levy, Ā«nessuno sa chi ha dato l’ordine per il momento. Possiamo immaginare, ma non abbiamo proveĀ».

Nel 2020, quando giĆ  Letta sedeva nel consiglio di sorveglianza e nel comitato rischi, secondo i portali specializzati del settore pubbliche relazioni Qorvis ha ottenuto un contratto annuale da 690mila dollari per gestire la pubbliche relazioni della commissione per i diritti umani del regno saudita, messa in piedi proprio per migliorare lā€™immagine del regno.

Lā€™INCARICO A TOJOY

Poco dopo lā€™ingresso in Publicis, Letta ottiene un nuovo incarico. Lā€™8 agosto 2019, data fortunata per la simbologia cinese ā€“ lā€™8 ĆØ il numero che piĆ¹ si avvicina allā€™infinito – le agenzie battevano la seguente notizia: Ā«Mentre la Cina celebra i quarantā€™anni della sua riforma e della sua politica di apertura e continua a guidare lā€™iniziativa globale della via della seta, la compagnia cinese Tojoy sta dimostrando un continuo impegno nel business globale accogliendo talenti internazionali di alto livello. Questo luglio lā€™ex primo ministro italiano Enrico Letta e lā€™ex cancelliere austriaco Werner Faymann hanno raggiunto ToJoy come co-presidenti di Tojoy Western EuropeĀ».

Tojoy si definisce un acceleratore di start up per le imprese cinesi e per le imprese europee che vogliono entrare nel mercato cinese. Il nome del gruppo ĆØ Tojoy Sharing group, che richiama la sharing economy e la gioia della condivisione. Ultimamente i comunicati della societĆ  insistono molto sul sostegno alla Belt and road initiative di xi Jinping.

I due co-presidenti Letta e Faymann hanno seguito lā€™esempio di un altro ex premier europeo, Leterme, che ritroviamo tra gli advisor di Equanim e che negli anni ĆØ stato aspramente criticato per la sua condotta abbastanza spregiudicata al confine tra politica, lobbying ed economia. Leterme ĆØ co-presidente della societĆ  cinese, assieme allā€™ex presidente serbo Boris Tadic e allā€™ex presidente della Costa Rica, Jose Maria Figueres.

Un mese prima di diventare presidente di Tojoy per lā€™Europa occidentale, Letta aveva presenziato e tenuto un discorso alla cerimonia che la societĆ  aveva organizzato in occasione dellā€™apertura del suo primo ufficio in Europa, a Parigi. Con lui hanno celebrato il momento anche lā€™ex premier francese FranƧois Fillon, quello spagnolo Luis Zapatero, lā€™ex vicepremier olandese Brinkhorst e al portoghese Portas.

Sul sito di Tojoy cā€™ĆØ una vetrina di foto con 36 ex capi di stato e di governo, che vanno dallā€™ex presidente francese FranƧois Hollande, allā€™ex vicepremier tedesco, Sigmar Gabriel, ma solo alcuni hanno ruoli che vanno oltre il partecipare al Ā«network globaleĀ» della societĆ  e Letta ĆØ tra questi.

Secondo alcuni i giornalisti che lavorano a Pechino ToJoy non ĆØ una azienda molto conosciuta, seppure sia un gruppo con una storia decennale. In ogni caso chi conosce bene il sistema cinese spiega che quella di offrire ruoli onorari a leader stranieri ĆØ una prassi piuttosto comune.

ToJoy non ha risposto alle nostre richieste di chiarimento. In compenso sappiamo che lā€™estate scorsa ha aderito alla rete internazionale per le piccole e medie imprese (Insme) che lavora sotto lā€™ombrello dellā€™Ocse e ne ha incontrato i vertici italiani.

Il presidente di Insme Italia, Sergio Arzeni, dice che ToJoy mette insieme circa 750mila tra imprese e investitori cinesi con una diffusione capillare che non si limita alle grandi cittĆ . Il punto di contatto tra la rete italiana e ToJoy ĆØ lā€™ex premier belga Leterme, che ĆØ stato vicesegretario dellā€™Ocse quando Arzeni era il direttore del centro per lā€™imprenditorialitĆ  dellā€™organizzazione internazionale: Ā«Siamo legati da stima e amiciziaĀ», dice Arzeni organizzatore del primo incontro ministeriale Ocse che ha dato vita a Insme, tenuto in Italia quando era premier Amato e Letta era ministro dellā€™industria.

TOJOY

Ā«La scorsa estate abbiamo discusso di progetti di piccoli produttori italiani di qualitĆ  da portare in Cina, vino, cibo, artigianato, coinvolgendo Unioncamere e Simest perchĆØ li segnalassero, ma poi con il lockdown non se ne ĆØ fatto piĆ¹ nullaĀ».

Anche se recentemente la societĆ  diffonde comunicati che vengono ripresi da diversi portali di informazione italiani, dallā€™AdnKronos a LaSicilia, lā€™unico affare concreto sembra lā€™accordo di distribuzione dei prodotti della societĆ  Nokonden, produttore di macchinari di disinfezione e analisi medica, in una joint venture con un produttore di disinfettanti e termoscanner, lā€™affare migliore in tempi di Covid 19.

MODELLO LETERME

Lā€™ex premier Leterme somma molti piĆ¹ incarichi di Letta, da Volkswagen allā€™Uefa, che portano a continue sovrapposizioni di ruoli. Affianca Letta in Equanim e nel club di Madrid, una organizzazione internazionale di politici che organizza eventi e attivitĆ  su temi di interesse internazionale.

E da quando ha un rapporto consolidato con ToJoy ha moltiplicato gli interventi pubblici a favore dei dirigenti di Pechino. Il 26 giugno scorso la sua faccia appariva sulla copertina del tabloid popolare Southern Metropolis Daily dellā€™area di Guangzhou city, per unā€™intervista in cui sottolineava Ā«la serenitĆ , la gentilezza e la saggezzaĀ« dimostrate dai leader del partito comunista cinese nei loro scambi.

Il professore di relazioni internazionali Jonathan Holslag, docente della Vrije Universiteit Brussel, lā€™ateneo fiammingo di Bruxelles, ha piĆ¹ volte criticato sulla stampa belga e olandese lā€™incarico di Leterme nel veicolo di investimento cinese. Per il professore gli ex uomini di stato stranieri aiutano gli imprenditori cinesi ad avvicinarsi al partito comunista. La stampa cinese, scrive Holslag, descrive il patron di ToJoy, Lu Junqing, come un faccendiere: Ā«La sua spalla sinistra ĆØ la politica, la spalla destra ĆØ il businessĀ». E ancora: Ā«Fonti cinesi descrivono il suo modello di business come lā€™economia delle foto di gruppoĀ». Il suo sarebbe niente di meno che un ruolo di mediatore tra politica e affari, in quella zona grigia che Letta ha con gli anni frequentato progressivamente di piĆ¹.

LA HOLDING LONDINESE

Oltre ad Amundi, lā€™incarico che lā€™attuale segretario del Partito democratico ha mantenuto piĆ¹ a lungo, ĆØ quello di amministratore della Liberty Zeta, societĆ  di diritto britannico con sede in Regentā€™s Street a Londra.

La Liberty Zeta ĆØ una holding che ha come azionisti diversi fondi di private equity riconducibili al fondo Glendower Capital e al fondo Bluegemm e che gestisce sostanzialmente i proventi del business del marchio di moda Liberty che ha il suo store allo stesso indirizzo nel centro della capitale britannica. Letta ne ĆØ stato tra gli amministratori da maggio 2016 a marzo 2021. NĆ© la societĆ , nĆ© lui hanno risposto alle nostre domande, ma tra tutti questo appare lā€™incarico decisamente meno problematico.

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