Prima la quarta dose, poi la quinta” Non fatevi illusioni, ecco la conferma della strategia del governo. Cosa ci aspetta nei prossimi mesi

tratto dal blog di Gianluigi Paragone

Avanti tutta sui vaccini. Mentre il mondo della scienza predica calma, interrogandosi sull’opportunità o meno di altre dosi dopo la terza, il governo italiano sta già preparando il terreno per altre somministrazioni alla popolazione, che come sempre sarà costretta da obblighi veri e propri o ricatti a rinunciare al proprio diritto di scelta. Come rivelato dal Tempo, infatti, per il prossimo anno sono già stati messi in conto circa 2 miliardi di euro da impiegare nell’acquisto di farmaci anti-Covid, quasi cinque volte più dell’importo previsto per il 2021.

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Soldi già stanziati nel Bilancio 2022, come spiegato dal Tempo che ha citato la bozza della manovra varata dal Consiglio dei ministri, in particolare l’articolo 82: “In soldoni, come recita lo stesso documento, il Fondo per l’acquisto dei vaccini anti Covid-19 e dei farmaci per la cura dei pazienti malati di Covid istituito nella legge di Bilancio dell’anno scorso è incrementato di 1.850 milioni di euro per l’anno 2022 da destinare all’acquisto dei vaccini anti SARS-CoV-2”. Nel 2021, la cifra in dotazione del Fondo era stata di 400 milioni.

Da cosa deriva questo sforzo economico così imponente? Difficile immaginare che i soldi saranno spesi soltanto in mascherine. Più probabile che il governo, sulla base anche delle indicazioni del sia pronto ad acquistare “circa 90-100 milioni di dosi di vaccini” ai prezzi correnti. Quanto sufficiente, di fatto, a lanciare una campagna di somministrazione non solo per la quarta, ma anche per la quinta dose, evidentemente già messa in programma o quasi.

Il tutto mentre, stando ai dati forniti dalla Fondazione Gimbe, si continua a evidenziare il calo nelle somministrazioni dei vaccini anti-Covid, che dal 20 al 26 ottobre sono state in media poco più di 152.000 al giorno. A diminuire sono state le prime dose, che in sette giorni hanno fatto registrare addirittura un -53% nonostante l’obbligo per gli over 50 e il ricatto al resto della popolazione sotto forma di Green pass, a testimonianza di un vero e proprio flop della strategia di Draghi e Figliuolo.

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