Casini, Alfano o Veltroni: uno di loro tre è palpabile per la guida della Lega di Serie A di calcio. I parassiti disposti a tutto pur di non fare un lavoro vero

Prima di tutto l’identikit. Il prossimo presidente della Lega di serie A, erede di Paolo Dal Pino, sarà un politico di peso, autorevole, in grado di alzare il telefono e dialogare col governo e con il parlamento. Su questo tutti i 20 presidenti sono d’accordo, non hanno nessuna intenzione di farsi commissariare da Gabriele Gravina col quale sono in pessimi rapporti per la faccenda dello statuto, e del quorum non vogliono nemmeno sentire parlare (vedi lettera firmata all’unanimità). Seconda cosa: il presidente verrà eletto probabilmente in terza votazione, il 23 febbraio, quando basteranno 11 preferenze. Domani, lunedì, ne servono 14: fumata nera. Otto giorni dopo altra assemblea, sempre quorum a 14 ed è difficile (ma non impossibile) che esca il nome. Ma il 23 febbraio non si sfugge: la Lega di serie A, il motore di tutto il calcio italiano, la Lega che dà i giocatori alla Nazionale, avrà un nuovo presidente e il fatto che sarà un politico non deve stupire, basta pensare a Tonino Matarrese e Franco Carraro, esponenti di Dc e Forza Italia nella loro lunga e prestigiosa carriera. Quindi, due cose ormai sono chiare: che sarà un politico e che al più tardi verrà eletto il 23 febbraio, proprio per scongiurare, dicono i presidenti, di essere “eterodiretti” dalla Figc. Dal Pino era amico e alleato di Gravina: ora molte cose pare siano cambiate.

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Resta l’ultimo tassello di questo mosaico: il nome. Non è una cosa di poco. Ma chi vive al di dentro della Lega assicura che c’è molta serenità stavolta, il clima (almeno per ora) è buono. Nessuna fuga in avanti, non è questo il momento. Claudio Lotito è persona intelligente, non proporrà Blandini il samurai per la presidenza dopo averlo fatto votare, 12 preferenze, come consigliere indipendente (uno schiaffo a chi voleva Simonelli…). Il nome, appunto. Si troverà una convergenza, intanto bisogna capire le eventuali disponibilità. Le stesse proprietà Usa, che potrebbero anche aumentare entro fine anno, sarebbero d’accordo sul nome di un politico. Walter Veltroni anche in passato era stato associato al mondo del calcio, per la Lega di Milano ma anche per la Figc: di calcio, ovvio, ne capisce, eccome. E gode soprattutto di stima bipartisan. Altro nome: Pier Ferdinando Casini, appassionato di calcio e tifoso del Bologna. Al momento potrebbe avere le chances maggiori di tutti. In corsa, secondo alcuni sondaggi, anche Angelino Alfano, fronte centrodestra, ma non è escluso che salti fuori anche il nome di qualche ex ministro, in passato vicino al mondo del pallone.

Il lavoro in Lega non manca, d’altronde, a cominciare appunto dai rapporti (non facili in passato) col governo, su ristori, stadi al 100 per cento, tasse da spalmare, poi la legge Melandri da rivedere, gli impianti da costruire, eccetera. Un ruolo importante, sempre più importante, lo ricopre l’ad Luigi De Siervo: votato due volte, eletto in prima tornata sempre con 15 voti. 

Ha largo consenso: ha aperto appena aperto la sede della Lega a New York City, sulla “Sesta”: entro l’anno ci saranno anche a Dubai e Pechino. Il gap con Premier e Liga è notevole, anche per la pandemia: ma si cerca di recuperare, per aprirsi di più al mondo e incrementare se possibile i diritti tv esteri (a proposito, dal prossimo anno non cambierà nulla, sempre Dazn e Tim, nessuna rinegoziazione sul campionato). Inoltre De Siervo si è messo in testa di organizzare un torneo in Usa, fascia Est, sei ore di differenza, con i venti club della serie A, il tutto in occasione dei Mondiali in Qatar, quindi novembre e dicembre. Una vetrina incredibile. Difficile, non impossibile, un progetto di sistema che ora ha bisogno di sponsor forti. L’idea di De Siervo sta raccogliendo consensi, nessun conflitto di orari coi Mondiali e con la Fifa, visti i fusi orari diversi. Per i club, una occasione di provare i giovani e tenere in allenamento chi non partecipa al campionato del mondo. 

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