“Lei ha sbagliato mestiere” Fiorello demolito come merita dal padre di un ragazzo distrutto dal vaccino

Gentile Rosario Fiorello,

mi rivolgo a lei con questa lettera aperta che pubblicherò sui miei social.
Lo scopo della mia lettera è di renderla edotto che durante il festival di Sanremo, che io non ho seguito, lei non mi è sembrato molto “gentile” con me e credo con una buona fetta di suoi concittadini.
Ho pensato molto prima di scriverle, tentando di mitigare rabbia e amarezza per le sue parole, credo volte a far “ridere” un uditorio più o meno vasto. D’altra parte questo è il suo mestiere. Non voglio ovviamente insegnarle il mestiere, io sono piuttosto noioso, ma a volte si deve mettere il ‘matto in piazza’ per far ridere i cortigiani.
Nel mio caso, in qualità di padre di un figlio danneggiato da vaccino, il suo sketch di ieri non mi ha fatto ridere, mi ha profondamente amareggiato.

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Mi permetto di dirle che se il suo mestiere comprende farsi beffe del dolore altrui, ridere e far ridere sulle pene e le lacrime di molti suoi concittadini, lei ha sbagliato mestiere.
Se lei avesse raccontato una barzelletta sugli ebrei, sugli omosessuali, sui Testimoni di Geova, sugli handicappati, sui terroni e così via, cosa si sarebbe aspettato?
Mio figlio non ha potuto vivere una vita normale e fortunatamente non ha visto la sua performance. Credo non avrebbe riso, con non l’ho fatto io.
Non le racconto le peripezie sue e della nostra famiglia sino ai tribunali per i successivi rifiuti vaccinali. Non le racconto le lacrime alle riunioni Corvelva ove i genitori più fortunati erano quelli il cui figlio dopo il vaccino era deceduto.

Non credo che lei non avesse in copione altre gag per quella serata. La mia domanda è: perché ha scelto quella? Perché non una bella barzelletta su forni crematori o sulle pratiche sessuali gaie?
Ridere del dolore altrui non è giustificabile con ignoranza dei fatti o buona fede. Lei ha aumentato la tensione sociale già esistente dopo due anni di comunicazione stalinista di tutto il mainstream. Mi era simpatico, sottolineo era. Ora evito il giudizio e comunque mi terrò lontano da spiriti e spiritosi come lei che spargono sale su ferite ancora aperte.

Avrei molto altro da dirle ma uso un suo isolano:
«Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… »
Scelga lei la categoria.
Buona Vita

dott. Valentino Soramaè Palazzi

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  1. Preg.mo dott. Non sono siciliano ma, ho avuto a che fare con tanti docenti di quella bella terra e, tra questi vi è stato uno che mi ha insegnato che ci sono mille modi di dire minchia. E alla sua eccellentissima lettera, posso solo risponderLe miiiiinchia! Al riguardo delle categorie di umani oggi a mio parere vi sono: i buoni, i malvagi e gli ingannati e tra gli ingannati ci sono i pentiti che io annovero tra i buoni mentre i non pentiti lì catalogo si ho scritto bene li catalogo come se fossero cose, tra i malvagi. Tanti auguri di un prosieguo di buona vita.

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