“Non c’hanno capito un c…” Zalone a Sanremo li ha presi come meritano per i fondelli, come solo lui sa fare

Dissacrante, pungente e in parte pure coraggioso. Checco Zalone prende la liturgia del terrore di certi virologi e la fa a pezzetti: scherza sul Covid, sulla svolta che ha dato alla carriera degli immunologi, sulle loro contraddizioni, sul “non c’hanno capito un c…” del virus anche se sono sempre in tv a pontificare.

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Se c’è una cosa da salvare in questo Sanremo, quella si chiama Luca Medici. Checco inizia il suo show prendendo di mira Amadeus, i cantanti che appena salgono sul palco dell’Ariston si emozionano e piangono a dirotto manco fossero al matrimonio dell’unica figlia. Poi canta una storia Lgbtq ambientata in Calabria, con protagonista il transessuale brasiliano Oreste, moderno “Cenerentolo” che va al ballo a corte ospite del sovrano “omofobo” ma “cliente affezionato”. Poco dopo riappare nei panni del trapper Ràgadi, evidente esagerazione delle ormai star dell’Olimpo della musica italiana per mancanza d’intonazione: la sua canzone “Poco ricco” – assicura Checco – “vincerà il festival”. E visto il resto dei cantanti in gara, potrebbe anche essere vero.

Ma il vero colpo di genio lo cala vestendo i panni di Oronzo Carrisi, di mestiere virologo di Cellino San Marco e cugino di Al Bano. Certo i virologi star potevano essere facile bersaglio di comicità: basti pensare al Jingle Bells “sì sì vax, vacciniamoci” con cui tre tenori hanno toccato il fondo. Ma non è da tutti poter scherzare sul Covid sulla prima rete nazionale, baciare “il primo tampone positivo di Cellino”, sottolineare che “tutti i virologi ormai hanno un agente”, sfottere gli inviti da Fabio Fazio, la notorietà acquisita, quel “stavo per abbandonare la virologia” poi il “riscatto”: col virus “mi è cambiata la vita”. “Chiedere a un virologo se è d’accordo con un altro virologo significa non capire un cazzo di virologia“, dice Zalone strappando un forte applauso. “Siamo tutti d’accordo solo sul fatto che non c’abbiamo capito nu cazz e che ‘sta pacchia sta per finire”. Infine la canzone scritta – si fa per dire – con Crisanti, Bassetti, Burioni, Pregliasco, Brusaferro, Capua, Galli, Fauci, Locatelli, Rezza, Viola, Le Foche, Zangrillo e Lopalco: “Ho voluto dividere la Siae con tutti, questi muoiono di fame tra un po’”. Titolo: “Pandemia, ora che vai via“. Dirige: Beppe Virussicchio. Canta: Oronzo Carrisi. Un brano imperdibile: “La curva è andata giù, sta per finire il sogno, nessuno si spaventa più, manco a Codogno”, canta Zalone. “Pandemia, io sarò brutale: mo col cazzo vado a lavorare… in ospedale”. Applausi.

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  1. Mi chiedo come mai con tutte le approvazioni lo hanno fatto fare: non è che la RAI voleva passare per “buona” dopo il battesimo, il monologo di Rula, la presa in giro dei no-wax di Fiorello e i pugni alzati?🤔

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