Draghi pronto a dimettersi! Il retroscena dal Palazzo: se non gli sarà gradito il neo Presidente ha già annunciato che porterà via le balle

IN CASO DI ELEZIONE DI CASINI O CASELLATI, DRAGHI PRONTO A LASCIARE PALAZZO CHIGI. SOLO UN BIS DI MATTARELLA O L’ELEZIONE DI GIULIANO AMATO LO TERREBBERO AL GOVERNO

Retroscena di Dagospia.com

Quante chance ha Pierferdinando Casini di essere eletto al Colle? Pochine. Enrico Letta non è così favorevole alla sua ascesa: eleggerlo vorrebbe dire fare un regalone a Renzi, che lo ha fatto eleggere nelle liste del Pd e l’ha lanciato nella corsa al Colle, e al suo “sabotatore interno” Franceschini, che in piena trance agonistica anti-Draghi sponsorizza Casini (e in subordine Amato), al quale riconosce un comune denominatore emiliano-romagnolo e democristone. Su-Dario è infervorato: “Con Draghi presidente della Repubblica, avremmo un governo commissariato con un altro tecnico a Palazzo Chigi”. 

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Casini, che ha girovagato tra i partiti e le coalizioni come un giostraio gipsy, sconta però il veto di Berlusconi che lo considera un “traditore” diplomato. Conte lo voterebbe ma, visto che non controlla i gruppi parlamentari M5s, la volontà di Peppiniello Appulo vale come il due di bastoni con briscola a spade. Non a caso Teresa Bellanova, in un’intervista a “Linkiesta” di due giorni fa, lo ha fulminato: “Conte è un leader che non c’è”. 

La sinistra Pd (Orlando, Provenzano) e metà degli ex renziani rimasti tra i dem (Luca Lotti in testa) detestano Renzi e quindi, per transfer, sono contrari a tutto ciò che da lui arriva, compreso l’ipotesi Pierfurby. Nella Lega lo scetticismo sul Don Giovanni felsineo è alto: un tipino che è saltato da un partito all’altro finendo in Parlamento con i voti del PD renziano. Casini sconta il “bacio della morte” ricevuto da Renzi, ed è più divisivo di quanto la sua bonomia e paraculaggine non lo facciano apparire.

VOTARE CASINI, VUOL DIRE CADUTA DEL GOVERNO ED ELEZIONI ANTICIPATE, CHE NESSUNO VUOLE

Non solo. Pierfurby sta sul cazzo anche a Draghi. Come scrive oggi Monica Guerzoni sul “Corriere”: “E se dalle urne di Montecitorio dovesse uscire il nome del senatore centrista ed ex presidente della Camera, il premier lascerebbe? Se fosse eletto dalla stessa maggioranza che sostiene il suo governo, sarebbe difficile per Draghi abbandonare subito il campo. Ma se l’elezione di Casini o di un altro presidente spaccasse la coalizione di unità nazionale segnando la nascita di una “nuova stagione politica”, Draghi non vedrebbe altra via che rimettere il mandato. Scelta dolorosa e obbligata, che potrebbe portare il Paese al voto anticipato o aprire la strada al quarto governo della legislatura”.

Amorale della fava: votare Casini, vuol dire caduta del governo ed elezioni anticipate, che nessuno vuole. 

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2 comments
  1. Ma che se ne vada! Attaccheranno la nostra economia? OK, ma l’Italia non è la Grecia….andremo a fondo noi, si/forse….ma ci porteremo dietro tutti…..e non credo che sia quello che vogliono questi pescecani/assassini!

  2. Pochi lo piangeranno, un volgare ed arrogante piccolo despota con carenza d’equilibrio della personalità; trova compiacimento quasi sadico a calpestare i più elementari diritti delle genti comuni.
    Il mio augurio e che il diavolo lo chiami a se quanto prima per liberarci dalle sue vessazioni alimentate da sete di potere e denaro. Sicario anche lui della cosidetta “Big Pharma”

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