“Basta restrizioni” Crisanti esce allo scoperto e rompe il muro eretto da chi difende a oltranza le costrizioni infami

Andrea Crisanti è stufo: “Basta stato di emergenza”. Poi il siluro alle case farmaceutiche sulla quarta dose

Per l’Oms il 2022 potrebbe decretare la fine della fase emergenziale della pandemia.

E il virologo Andrea Crisanti la pensa più o meno allo stesso modo, al netto di varianti impazzite. «Come dovrà affrontare l’Italia quella che si prospetta come una nuova fase di Covid-19? Credo sia tempo di adattarsi – spiega all’Adnkronos il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova -. Lo stato di emergenza scade a marzo, e sarebbe pure ora che finisse. Perché anche il prolungamento dello stato di emergenza è una manifestazione del fatto che non ci si è adattati all’emergenza». 

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Siamo sul plateau della curva di Omicron in Italia? Insomma. Ieri ci sono stati dei segni di aumento dei casi, ma comunque penso di sì». Sarà questa, dice il virologo Crisanti, la settimana decisiva per capire se l’ultima maxi ondata di Covid-19, sostenuta dal nuovo mutante di Sars-CoV-2, ha preso la direzione sperata, quella che porta alla fine. «Penso che questa settimana sicuramente sapremo se abbiamo scavallato il picco o se abbiamo probabilmente una piccola ripresa legata alle scuole», cioè alla ripresa delle lezioni dopo le feste natalizie, che è stata peraltro accompagnata anche da un’intensa attività di testing. 

Sulla quarta dose del vaccino anti-Covid per Crisanti «siamo nella totale confusione e la colpa è delle ditte che non rilasciano i dati. Ad oggi non si sa se servirà o meno. Brancoliamo nel buio». Mentre in Israele, paese più avanti con le valutazioni sul secondo booster, gli esperti già la raccomandano per tutti gli over 18, altrove il dibattito è tutt’altro che chiuso. «Non so pronunciarmi su questo tema senza dati», dice il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. Anche se sia controproducente la strategia di troppi richiami ripetuti e ravvicinati (l’Agenzia europea del farmaco Ema ha per esempio prospettato il rischio che si riduca il livello di anticorpi che vengono prodotti ad ogni somministrazione) «non lo sa nessuno. Brancoliamo nel buio in questo momento», ribadisce Crisanti.

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