“Djokovic può morire nella monnezza” L’osceno titolo choc dei leccapiedi infami del Corriere della sera

L’amor che move il sole e l’altre stelle. Fino a qualche tempo fa, come il sommo poeta, eravamo convinti fosse l’amore il motore del mondo. Da quando politica e media mainstream hanno deciso di utilizzare strumentalmente la pandemia, complici i social network, ecco che siamo di colpo sprofondati in una società bambinesca, dove colui che non è d’accordo con me e che mi ruba il giocattolo diventa immediatamente “brutto e cattivo”. Solo odio per lui. Nessuna pietà.

La sensazione però è che si sia davvero passato il segno. Perché un conto è la chiacchiera da bar, un altro è quando tutto questo livore viene esternato sulle pagine dei più importanti quotidiani italiani. E quando l’avversario, per giunta, non è nemmeno un politico, ma uno sportivo.

Fa davvero venire i brividi in questo senso ciò che scrive sul Corriere della Sera lo scrittore Sandro Veronesi riguardo a Novak Djokovic.

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Parole al veleno nei confronti del tennista serbo

“Adesso Djokovic si trova a un passo dalla morte (sportiva), lontano mille miglia dalla bellezza”.

“Per paura di corrompere il proprio corpo facendovi entrare un vaccino, ha fatto uscire da esso tutto il peggio che un uomo possa mostrare di sé: arroganza, protervia, mendacia, superficialità, egotismo, sprezzo delle regole”.

E non è finita qui:

“La lezione che ho ricevuto mi ha aperto gli occhi, mi scuso con tutti per il comportamento inqualificabile che ho tenuto in queste settimane, mi considero rinato e spero che questo mi renda degno di continuare la mia carriera”.

“Lui, così orgoglioso, e così orgogliosamente serbo, ma anche così lontano dall’orgoglio serbo di morire nella bellezza, non può più sbagliare una mossa, d’ora in poi, se non vuole rovinare tutto quello che ha conquistato andando a morire nella monnezza”.

Avete capito? Secondo l’autore, il tennista serbo dovrebbe chiedere scusa “per essere degno” di continuare la propria carriera. Per non “morire nella monnezza”.

Il titolo del Corriere online

E sul web il Corriere titola così il pezzo “Djokovic: i serbi dicono morire nella bellezza, lui può morire nella monnezza”.

Chiediamo umilmente: ma a voi sembra una cosa normale questa? Noi, quando abbiamo letto questo titolo, per un attimo abbiamo pensato fosse il classico fake del web. Ci sembrava troppo anche per il giornale unico del virus. Dopo aver verificato però, ci siamo dovuti arrendere all’amara realtà. E in effetti il titolo, seppur forte, rispecchia il mood del pezzo.

Ma il bello deve ancora arrivare. Perché non appena l’articolo viene pubblicato online, ecco che viene immediatamente sommerso dalle critiche social. Critiche assolutamente legittime per altro. E allora il Corriere decide per la clamorosa marcia indietro e cambia il titolo del pezzo uniformandolo a quello del cartaceo: “Djokovic: vincente senza bellezza che adesso può perdere tutto”. Ma lo fa solo all’interno del link.

Per fortuna, viene da dire, che in questo paese ci sono ancora delle persone con il sale in zucca. Che, nonostante tutto, non hanno perso la bussola. Che, come genitori d’altri tempi, sono andati dal bambino che voleva riprendersi il giocattolo con le cattive e l’hanno fermato dicendogli di farci giocare un po’ anche il suo amico. Ormai sono i singoli individui il vero cane da guardia della democrazia e in questa vicenda sono riusciti a riportare sobrietà e decoro, caratteristiche tipiche della milanesità, in quello che una volta era il quotidiano espressione di queste grandi virtù meneghine. Se anche Djokovic avesse dato il peggio di sé, è assolutamente in ottima compagnia.

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