Cure con i monoclonali, la denuncia nella Campania del terrorista De Luca: i flaconi vengono lasciati marcire dei frigoriferi

Flop anticorpi monoclonali: “In Campania poco usati, ma evitano polmoniti e morti”.

organizzazione è carente…”17 GENNAIO 2022 2 MINUTI DI LETTURA

La cura c’è, i farmaci anche e i pazienti a cui somministrarli non mancano. È il caso anticorpi monoclonali, la terapia contro il Covid nei soggetti fragili che il governo benedì a maggio scorso e che, soprattutto in Campania, viene utilizzata poco. Troppo poco. Le Asl non applicano i protocolli, nonostante i ripetuti appelli della Regione, mentre i medici di famiglia fanno fatica, dopo la prescrizione, a ottenere l’attivazione del percorso istituzionale.

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A denunciarlo è Ivan Gentile, professore ordinario di Infettivologia alla Federico II che con “Repubblica” si sfoga: “Una follia. Certo, ognuno deve fare quello che può, ma qui l’organizzazione è carente”. Il flop dei monoclonali non riconosce una causa plausibile. D’altro canto sono i numeri dell’ultimo report a rivelare come anche su scala nazionale il piano terapeutico sia disatteso. Solo qualche regione si dimostra efficiente. Vediamo i dati pubblicati dall’Aifa relativi al monitoraggio della settimana 29 dicembre-4 gennaio.

Ovviamente si parte dalla data di inizio, cioè da circa 4 mesi fa. Il Veneto compare al primo posto della classifica con 5.926 monoclonali somministrati, seguito dal Lazio con 4.739 e dalla Toscana con 3.860. La Lombardia si ferma a 2.571, mentre l’Emilia raggiunge quota 2.200. E la Campania? Si piazza dopo la Liguria (2.166), con 1.823 anticorpi utilizzati. Il dato della nostra regione, pur non essendo il più basso, se rapportato alla densità demografica (5milioni 712mila 143 residenti), la dice lunga sulla risposta offerta, a fronte delle 204 richieste di cura (per milione di abitanti) solo nell’ultima settimana.


“In tutta Italia se ne sono fatti pochi, appena il 9 %, ed è una sconfitta, perché se più del 90 % della popolazione candidata è rimasta esclusa – osserva Gentile – bisogna ammetterlo: avremmo dovuto e potuto, vista la disponibilità di anticorpi, utilizzarne almeno il 50 per cento, per salvare 3.000 vite ed evitare circa 6000 ricoveri, con un risparmio, tra l’altro, di oltre 100 milioni di euro. Il calcolo è semplice: un monoclonale costa intorno a 1000 euro, per una giornata di degenza Covid il Ssn ne spende circa 20.000”.

Torniamo alla Campania, sbirciando tra i centri di riferimento. Primo è il presidio di Maddaloni che conta 305 anticorpi somministrati, seguito dalla Asl Na 2 Nord con l’ospedale Santa Maria delle Grazie con 289 fiale. L’elenco continua con il presidio di Agropoli (238) e l’ospedale di Scafati (205). E a Napoli? Al top c’è la Federico II con l’Infettivologia di Gentile che ha raggiunto il tetto di 249 somministrazioni, contro le 78 della Vanvitelli e le appena 38 del Cotugno, nonostante quest’ultimo rappresenti la sede di stoccaggio dei farmaci. Il Cardarelli ne ha utilizzato solo uno, mentre neanche un monoclonale è stato iniettato al Santobono.

E stavolta non è responsabilità della Regione, la cui Unità di Crisi, già il 5 gennaio, rilevava il mancato ricorso alla terapia salvavita per le categorie deboli. Ecco la nota inviata ai manager: “La Campania risulta essere una delle regioni meno utilizzatrici di questa opportunità terapeutica, a fronte di una rilevante epidemiologia. Si invitano i direttori generali a mettere in campo tutte le azioni necessarie a favorire tali trattamenti, anche in considerazione del fatto che ogni azienda ha abilitato numerosi medici alla prescrizione”.

Ed è alla luce di questa realtà che Gentile dice: “La fascia di soggetti fragili è ampia: trapiantati, dializzati, in terapia immunosoppressiva, anziani a partire dagli over 70, oncologici, leucemici. E la finestra temporale per la sommnistrazione è stretta, tra i 5 e i 7 giorni. Che vanno contati dall’inizio dei sintomi e non della positività del tampone. Si eviterebbero le polmoniti devastanti e almeno il 70% di morti. Le Asl non si sono organizzate. C’è un altro risvolto negativo, chiarito dal commissariato di governo: le regioni che avranno utlizzato più anticorpi riceveranno un maggior numero di farmaci antivirali, premio ai virtuosi che esclude gli spreconi”.

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