“Volere l’obbligo di un farmaco va contro le regole di Norimberga” Freccero, come è giusto, non ha mezze misure per definire nazisti i parassiti di palazzo Chigi

I vaccini anti-Covid sono in realtà semplicemente dei medicinali che alleviano il decorso della malattia; dunque, in quanto medicinali, non possono essere imposti prevedendo un obbligo. E’ il ragionamento che propone all’AdnKronos il massmediologo, già direttore di Rai2 ed ex consigliere nel cda Rai, Carlo Freccero, a proposito dell’obbligo di vaccino disposto dal Governo per gli over 50.

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“Questa volta, mi trovo d’accordo con Crisanti – esordisce Freccero – Come lui spiega benissimo, gli attuali vaccini non producono immunità, che invece dovrebbero produrre per inibire i contagi. Al contrario, sembrano contribuire alla diffusione della malattia… L’ultima funzione che viene loro attribuita è di rendere più leggero il decorso della malattia: si tratterebbe quindi di farmaci e non di vaccini”.

E allora, prosegue Freccero, “la loro obbligatorietà creerebbe il precedente anticostituzionale di imporre un obbligo terapeutico: cosa che è sanzionata da tutti i trattati internazionali, a cominciare dal Codice di Norimberga”, redatto dopo i crimini commessi dai medici nazisti.

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